venerdì 2 febbraio 2024

PNRR – Che cos’è e quali opportunità può dare

 

Si parla molto del PNRR e troppo spesso si dà un giudizio parziale se non addirittura negativo sullo stesso, senza esattamente sapere né cosa sia né come possa essere utilizzato concretamente. 

Quasi sempre poi i mezzi di comunicazione enfatizzano l’aspetto della digitalizzazione, che, come vedremo, è solo una delle sei “missioni” del Piano stesso. Diciamo anzitutto che l’elaborazione di tale Piano fu iniziata dal Governo Conte II e poi portata a termine dal Governo di Mario Draghi.

Ma che cos’è il PNRR? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si inserisce all’interno del NGEU, (Next Generation Europea Union), che è il Programma dell’Unione Europea per la Generazione Futura, un pacchetto di 750 miliardi di euro: un fiume di denaro da immettere nelle economie dei Paesi UE, per reagire alla crisi economica conseguente alla pandemia. Denaro che viene erogato sotto due forme: le sovvenzioni (che sono a fondo perduto, cioè i soldi non devono essere restituiti) e prestiti a tassi agevolati (molto più bassi dei tassi d’interesse del mercato).

La principale componente del NGEU è il RRF (Recovery and Resilience Facility), Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, che ha a disposizione 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 sono sovvenzioni e 360 prestiti a tassi agevolati. Questo a livello europeo; e all’Italia, cosa spetta? Per il nostro Paese sono stati stanziati 222,1 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere altri 26 miliardi per il reintegro delle risorse del “Fondo Sviluppo e Coesione”; in totale perciò sono 248 miliardi di euro. 

Per impiegare tali fondi il Governo italiano ha presentato “Italia Domani”, appunto il nome del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede investimenti, collegati ad un pacchetto di riforme, finanziati per 191,5 miliardi dall’RRF - Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto; e 122,6 miliardi in prestiti. 

La Commissione ha anticipato il 13% del totale per avviare gli interventi ma l’erogazione degli importi successivi è vincolata al raggiungimento di specifici Milestones (Pietre miliari) e Targets (Obiettivi) (M&T). Per realizzare tutti gli investimenti l’Italia ha integrato il Piano con altre fonti di finanziamento. In particolare: 30,6 miliardi provenienti dal Fondo Nazionale Complementare.

A che cosa sono destinati tutti questi soldi?

Gli obiettivi generali sono tre:

1) digitalizzazione e innovazione;

2) transizione ecologica;

3) inclusione sociale.

Questi “assi strategici” vengono poi declinati in sei ambiti di applicazione, denominati “missioni”:

1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura (a cui vengono destinati in totale 49,36 miliardi);

2) Rivoluzione verde e Transizione Ecologica (68,34);

3) Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile (31,46);

4) Istruzione e Ricerca (33,81);

5) Inclusione e Coesione (29,83);

6) Salute (20,29).

Come si può vedere (anche sul sito del Governo italiano), i finanziamenti sono abbastanza distribuiti, pur essendo privilegiata la missione della Rivoluzione Verde e quella della Digitalizzazione.

Essendo un insegnante e avendo la preoccupazione di poter lavorare in sicurezza e con condizioni di salute accettabili, io sono particolarmente attento alle possibilità che il PNRR offre di ristrutturare gli edifici scolastici. Perciò vorrei porre l’attenzione sulla quarta missione, Istruzione e ricerca, che, per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, prevede:

M2C3 - Investimento 1.1 «Costruzione di nuove scuole» Le nuove scuole saranno sicure, inclusive, innovative, altamente sostenibili.

M4C1 - Investimento 1.1 «Asili nido e scuole dell’infanzia» Si prevedono la costruzione o la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia, per aumentare l’offerta di servizi educativi della fascia 0-6. M4C1 - Investimento 1.3 «Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola» Si prevedono palestre nuove o rinnovate per aumentare l’offerta di attività sportiva già dalle prime classi della primaria su tutto il territorio nazionale.

M4C1 - Investimento 3.3 «Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole» L’investimento si concentrerà sulla ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici.

Detto in termini più concreti, ristrutturazione di scuole per 2,4 milioni di metri quadrati.

Come realizzare tali obiettivi?

Occorre che siano presentati progetti per effettuare tali investimenti, e tali progetti devono essere preparati dall’Ente competente (per i locali scolastici – la Città Metropolitana), spediti al Ministro responsabile del PNRR (Raffaele Fitto) che li invierà alla Commissione europea.

Va aggiunto infine che spesso la Pubblica Amministrazione italiana non impiega tutti i fondi a sua disposizione in quanto non presenta i progetti relativi, perciò non è male sollecitare la predisposizione degli stessi e il loro invio alle autorità competenti.

 

prof. Pietro Marinelli

La scuola di Valditara

 

Sono sempre più numerose le proposte dell’attuale ministro della Pubblica Istruzione, i cui interventi invadono ormai quotidianamente l’attività delle scuole italiane. Bisogna risalire al ministro Berlinguer degli anni 1999/2000 per trovare un tale profluvio di iniziative e di indicazioni di riforma provenienti dalle segrete stanze di coloro che si sentono detentori dell’educazione dei nostri giovani. 

Alcune proposte sono oggetto di aspre critiche, come quella delle “lezioni di educazione sentimentale”, che risulta essere una “invasione di campo” da parte dell’istituzione pubblica, la quale non dovrebbe sostituirsi ad altre “agenzie educative”, come la famiglia, le associazioni e i movimenti, ma teoricamente dovrebbe “istruire”, ossia dare delle conoscenze e competenze spendibili poi in campo lavorativo. 

Una scuola che assorba tutti gli aspetti dell’educazione dei ragazzi, cercando di condizionare il loro modo di pensare e di agire, sarebbe uno strumento dello Stato etico, non dello Stato laico. Sono gli Stati totalitari che si occupano di ogni aspetto della vita umana e che cercano di influire sul pensiero e sul comportamento degli individui! Lo Stato laico è lo Stato che lascia libere le persone di pensare, di agire e di organizzarsi come ritengono più opportuno, senza imporre una visione del mondo, un’etica appunto, qualunque essa sia. 

E non si può negare che il cosiddetto “gender” sia un’ideologia, che riguarda sia il modo di pensare che di agire! Per tale motivo non dovrebbe assolutamente essere reso obbligatorio, ma in realtà neanche insegnato nelle scuole, in quanto si tratta di un argomento che esorbita dalla competenza dell’istituzione scolastica.

 Ma questo è solo la punta dell’iceberg, nell’azione del ministro Valditara. Il suo chiaro intento, infatti, è quello di affidare a poco a poco la trasmissione delle conoscenze e competenze a nuove “metodologie di insegnamento”, togliendole ai docenti in servizio, descritti come vetusti rottami di un sapere antiquato. La parola d’ordine dell’ex professore universitario è “Nuova Didattica”: l’apprendimento dovrebbe avvenire in “ambienti” (ovviamente rigorosamente informatizzati) e tramite “percorsi formativi”, che siano diametralmente opposti agli obsoleti programmi di una scuola orma completamente superata dai tempi. 

Il nemico da abbattere, per questo luminare della cultura, è il vecchio programma (anche perché la programmazione, vera perla della scuola italiana, è già defunta da tempo e nessuno sa più nemmeno che cosa sia), che va sostituito con attività non ben precisate, inventate volta per volta, che dovrebbero “legare” l’istituzione alla realtà circostante. 

Per raggiungere tale scopo il genio dell’educazione nostrana ha in serbo un’arma segreta, anzi due: da un lato il “tutor”, figura mitologica che avrebbe il compito non solamente di seguire personalmente alcuni studenti, ma soprattutto di far capire agli altri docenti come si insegna, se non l’avessero ancora capito; dall’altro l’intervento degli esperti esterni, vere e proprie divinità sotto l’aspetto apparentemente umano, che finalmente istruiscono i ragazzi come si conviene e non come maldestramente tentano di fare le mummie che salgono in cattedra ogni giorno.

Inutile dire che il faro indicatore da seguire ciecamente è la favolosa scuola anglosassone, nella quale non esiste il gruppo classe ma gli studenti si riuniscono insieme a seconda dell’argomento da trattare e si spostano nell’aula opportuna, così che imparano a muoversi ciclicamente e ininterrottamente nell’istituto, con indubbi risultati dal punto di vista ginnico e quindi della loro salute. Tutti sanno, d’altronde, che la bravura negli sport è considerato un fattore di estrema importanza nella scuola statunitense e in quelle affini. 

Peccato che il movimento “mentale” non sia pari a quello fisico. A conferma di ciò mi viene in mente la risposta che mi diede uno studente di quinta, durante l’esame di maturità, nella quale ero presidente di commissione. Questo studente aveva trascorso l’anno precedente in Canada, con il progetto “Erasmus” e allora io gli avevo chiesto: “Che giudizio dai di questo periodo?”. Lui rispose, senza esitazione. “prof., ho imparato a sciare”.

prof. Pietro Marinelli

Storica sentenza sui fatti di Gaza

 

Venerdì 26 gennaio 2024 è stata adottata una sentenza che alcuni giornalisti hanno definito “storica”: i giudici della Corte Internazionale di Giustizia, organo dell’ONU, hanno respinto la richiesta di archiviazione proposta da Israele riguardo all’accusa di genocidio del popolo palestinese. Tale accusa era stata promossa a fine dicembre dal Sudafrica, in una relazione di 84 pagine. 

Ma la Corte non si è limitata a respingere la richiesta di archiviazione: ha riconosciuto diversi punti chiesti dalla parte accusatrice; soprattutto il fatto che alcune azioni compiute da Israele possono violare la convenzione ONU sul genocidio. In seguito a ciò, nell’ordinanza, ha stabilito urgenti “misure di sicurezza” per evitare che si compia effettivamente un genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. 

In sostanza ha detto a Israele di rispettare i diritti dell’uomo previsti nella convenzione sul genocidio siglata nel 1950 dallo Stato ebraico e nel 1997 dallo Stato africano, e quindi di permettere gli aiuti umanitari e condizioni di vita decorose agli abitanti delle zone occupate. Tale decisione è molto argomentata e motivata anche dai rapporti dei responsabili ONU sulla vigilanza del rispetto dei diritti umani. 

Non è stata invece accolta l’esplicita richiesta del Sudafrica di un “cessate il fuoco” immediato, con soddisfazione di Netanyahu, ma sono state citate le dichiarazioni “pro genocidio” dello stesso e di alcuni esponenti del governo israeliano.

Inoltre la Presidente della CIG, Joan Donoghue, ha stabilito che Israele debba presentarsi tra un mese per riferire sull’andamento dell’applicazione delle misure cautelari previste e ha ordinato di adottare i provvedimenti necessari ed efficaci affinché si porti assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza.

Questa sentenza, è inutile negarlo, costituisce un vero e proprio “spartiacque” rispetto alla tendenza degli organismi internazionali di favorire il cosiddetto “nord del mondo” a danno dei Paesi più poveri o comunque meno importanti politicamente. Essa va nella direzione di un reale riconoscimento dei diritti dell’uomo anche negli Stati “non filo-occidentali”, cioè non proni al potere ebraico-statunitense, e quindi apre ad una fine del conflitto e ad un riconoscimento reale dello Stato palestinese. 

Questo viene confermato dalla reazione rabbiosa dei capi ebraici, alcuni dei quali hanno addirittura accusato la Corte di antisemitismo, come se ciò fosse il criterio fondante per stabilire chi abbia ragione e chi no, qualunque atto si compia. La Corte invece ha dimostrato, stavolta, di guardare i dati, le cifre, i resoconti, considerandoli più importanti delle posizioni ideologiche di parte.


Pietro Marinelli

IL REATO DI "FEMMINICIDIO"

 Un DDL che discrimina. Considerazioni sul “reato di femminicidio” introdotto dal Governo Meloni con il plauso dell’Onorevole Valente del PD...