Alla fine ha risposto direttamente lei, Francesca Albanese. Da Bogotà, dove si trova per parlare di Gaza.
Lo ha fatto rivolgendosi direttamente agli Stati Uniti, a Trump e al segretario di Stato Marco Rubio sulle vergognose sanzioni che le hanno scagliato contro.
Ed è una risposta di grande dignità e forza politica con cui la relatrice Onu per i territori palestinesi chiama le cose col loro nome, perfettamente consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri.
“È una misura molto seria. Non ha precedenti. E la prendo molto seriamente. Si tratta di una chiara violazione della Convenzione Onu sui privilegi e le immunità, che protegge i funzionari delle Nazioni Unite, compresi gli esperti indipendenti, dalle parole e dalle azioni intraprese nell'esercizio delle loro funzioni.
Le sanzioni - ha concluso - sono un monito per chiunque osi difendere il diritto internazionale e i diritti umani, la giustizia e la libertà".
Non solo non ha fatto nessun passo indietro, figuriamoci, ma ha ribadito l’assurdità e la violazione palese di ogni diritto internazionale.
Triste che sia rimasta da sola a farlo, senza che nessuno dei sedicenti “patrioti” del governo e degli Esteri abbia aperto bocca e mosso un dito per difendere una concittadina italiana minacciata"
.Lasciatemi dire, una grande italiana. Ma questa è un’altra storia.
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