Dopo l’incontro tra gli Stati Uniti e la Russia sull’Ucraina che si è svolto in Arabia saudita, i governanti dell’Unione europea, del Regno Unito e del Canada sono entrati nel panico più totale. Il vecchio equilibrio tra il Paese più potente del mondo e gli Stati occidentali ad esso sudditi si è spezzato e le reazioni sono state quantomai scomposte. Starmer e Macron, in particolare, non hanno voluto accettare questo cambio di rotta ed hanno convocato a Londra sedici membri dell’U.E. più Canada e Turchia (oltre, ovviamente all’Ucraina). C’era anche Rutte, il segretario della NATO, organizzazione che non avrebbe più senso se gli Stati Uniti ne uscissero. Tutti i partecipanti alla riunione, ovviamente informale, erano d’accordo però su una cosa: continuare in tutti i modi il conflitto contro la Russia. Va detto però che mancavano all’appello ben undici Stati dell’U.E., anche se non i più importanti, e che anche la NATO era monca nella sua rappresentanza.
Tutto si è svolto nella maniera più grottesca, a cominciare dalla proposta di un esercito europeo, formulata proprio a Londra, capitale della Nazione recentemente uscita dall’U.E. Diciamo che si è concluso con un nulla di fatto (e non poteva essere che così) in quanto le posizioni erano diverse e non si è arrivato ad alcun accordo. Tanto è vero che il vero risultato di tale incontro è stato il tentativo di Zelensky di trovare appoggio da parte di Trump e il famoso “strapazzamento” del medesimo nello studio ovale. Tale trattamento del pupillo dell’”Occidente collettivo” biasimato in tutte le maniere dai mezzi di comunicazione che vanno per la maggiore, non solo non ha portato ad alcuna conseguenza, ma ha determinato un cambiamento di atteggiamento di Zelensky, tornato a chiedere umilmente le trattative per un cessate il fuoco.
E’ evidente che il vento è cambiato, anche per lo “Stato profondo”, in quanto l’Amministrazione Trump sembra veramente fare sul serio ed è intenzionata a far smettere questa guerra fratricida che dura da tre anni e che non ha portato e nessun vantaggio per loro.
E’
altresì evidente che l’Europa non conta assolutamente niente e che le dichiarazioni
deliranti dei capi di Stato europei riuniti a Londra non hanno nessuna base
reale per essere realizzate.
Anche solo dal punto di vista tecnico non esiste un esercito dell’Unione europea, che è sempre stata sotto l’ombrello americano da quando è nata; si pensi solo che la sede della NATO, inizialmente a New York, fu spostata molto presto a Londra e poi a Parigi, e, quando la Francia decise di uscire dal comando militare, nel 1966, a Bruxelles. Ci si sarebbe potuto chiedere come mai un’organizzazione sostanzialmente guidata dagli Stati Uniti d’America abbia posto la sua sede nel centro dell’U.E. Ma la risposta ovvia non ha mai sfiorato i nostri sedicenti giornalisti e i capi di governo hanno taciuto deliberatamente la verità: la NATO è sempre stata la forza militare dell’Unione europea. Adesso che le carte sono state mischiate si vorrebbe correre ai ripari e costituire una forza militare dell’Unione europea? A cui parteciperebbero anche Stati che sono al di fuori dell’U.E.?
Peccato che ci siano alcuni piccoli particolari da risolvere: anzitutto chi guiderebbe tale esercito? Anzi, ancora prima, chi deciderebbe la costituzione di tale forza militare? Quali Stati vi parteciperebbero e a quale titolo? Ma poi, organizzativamente, da chi sarebbero addestrati e come si potrebbero coordinare eserciti di Stati diversi e appartenenti ad organizzazioni diverse? Chi se ne intende di questioni militari stima che per la costituzione di un esercito europeo occorrerebbero almeno un paio d’anni solo per cominciare ed almeno dieci per completarne la struttura.
Si ha l’impressione che questi capi di governo non sappiano neanche di che cosa stanno parlando.
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