martedì 17 giugno 2025

IO VIVO IN UN QUARTIERE EBRAICO

 Sapevate che a Milano c’è un quartiere ebraico? Io no, onestamente, e non mi sono mai reso conto che fosse proprio la zona in cui vivevo io!

Ma andiamo con calma: una mattina, a scuola, mentre parlavo con i ragazzi, è venuto fuori, non so come, che io abitavo nei pressi di piazza Bande Nere, e subito un ragazzo è uscito dicendo: “Ma quello è il quartiere ebraico!”. Io gli obietto: “Come fai a dirlo? E’ vero che nei pressi c’è una scuola ebraica, ma se è per questo c’è una scuola araba dietro piazzale Segesta e una grande e moderna scuola francese, il liceo Stendhal, e nessuno si sogna di chiamare questo il quartiere arabo o il quartiere francese!”

La risposta è disarmante: “prof., ma c’è su Google!”

Eh già, lo dice il “Vangelo” dei nostri tempi, e come ci si può permettere di obiettare qualcosa? I ragazzi mi guardano un po’ straniti, come se vedessero un uomo del neolitico, e a nulla valgono le mie osservazioni, basate peraltro sulla mia esperienza di oltre sessant’anni: quello è il quartiere ebraico senza “se” e senza “ma”, perché lo dice Google, la massima autorità in ogni campo del sapere, i cui dettami sono incontrovertibili e non possono essere in alcun modo messi in discussione dai miseri esseri umani.

Cerco vanamente di trovare una giustificazione a tale assunto, che mi sembra totalmente fuori dalla realtà: si, è vero, per un certo periodo ho avuto una vicina ebrea, nell’appartamento di fianco al mio. Si chiamava Sandra Cohen e aveva un figlio, Asher (il nome l’ho imparato bene perché veniva scandito a voce alta dalla madre, la quale lo rimproverava spesso per la sua indolenza). Però erano rimasti solo alcuni anni e al loro posto erano venute delle ragazze meridionali. Nella mia zona, e in particolare nel mio palazzo, non mi pare che ci siano ebrei.

Rifletto un momento: ah sì, c’è una palestra di Krav Maga, il metodo di autodifesa israeliana, nello scantinato, peraltro completamente rifatto ed adattato allo scopo. Ma quanti saranno gli ebrei che frequentano la palestra? Credo che la quasi totalità siano italiani: forse solo il gestore della palestra, Davide Bublil, è ebreo, ma gli altri mi risulta siano italiani. Non so, posso sbagliarmi, ma una tale presenza di ebrei nella zona che giustifichi la dizione di “quartiere ebraico” mi sembra francamente esagerata. 

Allora, perché Google stabilisce che questo sia il “quartiere ebraico” di Milano? Non è per il numero di abitanti, in quanto gli egiziani, i marocchini e soprattutto i francesi sono molti di più … e quindi quale potrebbe essere il motivo?

Forse il diverso valore che viene dato all’appartenenza ad una determinata etnìa? Perché gli ebrei, anche se pochi (o addirittura pochissimi) sono considerati molto più “importanti” degli altri gruppi sociali?

Forse perché Google è gestita da ebrei o filo-ebrei, che controllano i massimi sistemi di comunicazione mondiali?

Gli ebrei sanno che il controllo dell’informazione è la chiave per il mantenimento del potere: non credo sia un caso che siano stati uccisi 250 giornalisti palestinesi, a Gaza, né che sia stata distrutta la sede di un’agenzia d’informazione libera iraniana.

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