All’Angelus di stamattina, 27 luglio 2025, Papa Leone XIV ha parlato della guerra al confine tra la Tailandia e la Cambogia, di cui onestamente non avevo mai sentito parlare. Mi sono informato un po’ direttamente da persone che sono sul posto e ho cercato di capire la questione.
Nelle rispettive
capitali, Bangkok e Phnom Penh, la situazione è tranquilla. E’ nella zona di
frontiera tra Tailandia e Cambogia che le cose non vanno affatto bene. C'è un
conflitto tra le due Nazioni che dura una decina di anni e che riguarda una
parte di territorio frontaliero mal diviso dalla Francia dall'era della decolonizzazione.
In tale territorio è costruito un grande tempio storico e culturale buddista,
che i due Paesi si contendono, ritenendo ciascuno di essere il legittimo
proprietario.
La Corte di
Giustizia Internazionale aveva stabilito che quel terreno apparteneva alla Cambogia,
ma il problema è che la Tailandia non riconosce la Corte Internazionale di Giustizia.
La recente crisi è scattata due giorni fa quando un militare thai ha camminato
su una mina, presumibilmente nascosta dai militari cambogiani, che gli ha tagliato
la gamba. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per il governo
tailandese la misura era colma! ! L'ambasciatore cambogiano in Tailandia è
stato immediatamente espulso ed è stato reimpatriato l'ambasciatore della Tailandia
in Cambogia.
Questo significa che
adesso non c'è più alcun rapporto diplomatico tra i due Paesi, i quali peraltro
continuano a bombardarsi a vicenda.
La gente sta
scappando via dai posti a rischio, è il caos totale. Si parla già di una decina
di morti. Molti lasciano le loro case e terreni, le scuole vengono abbandonate
e la gente si dirige verso posti più sicuri, come la capitale Phon Penh. Il
Governo cambogiano ha già predisposto dei campi di accoglienza dei profughi.
E’ molto probabile
che dietro la ragione dichiarata della guerra (il tempio buddista conteso) ci
siano altre ragioni più profonde. Peraltro la Cambogia è molto più piccola e
meno armata della Tailandia, per cui sembra molto probabile che vi sia qualcuno
(nel senso di qualche Stato o organizzazione straniera) che spinga la Cambogia
ad essere così aggressiva e la Tailandia così “respingente”.
La
questione infatti potrebbe essere tranquillamente risolta per via diplomatica,
come per tutte le guerre, ma in questo caso la ragione che appare è veramente
risibile. Ci saranno dietro interessi di vendita di armi? O di ricostruzione
delle strutture distrutte?
Certo la situazione mondiale non facilita, anzi
favorisce queste contrapposizioni, dando per scontato che non si possano
affrontare civilmente, discutendo degli opposti interessi, per trovare una
soluzione. L’esempio del conflitto Ucraina-Russia e ancor più di Israele e
Stato palestinese è assolutamente nefasto per tutto il mondo: è come se tale
modo di agire si riproduca pari pari anche negli angoli più sperduti del mondo!
Ci auguriamo tutti che questa crisi finisca
presto.
Basta con la
barbarie della guerra!
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