Sono a casa, sabato 2 agosto, perché mi devo riprendere dall’impegnativa
“Turandot” che abbiamo cantato a Bra’ il giorno prima. Essendo tornati alle tre
di notte e avendo preso sonno alle tre e mezzo, ho passato tutta la giornata in
uno stato di stanchezza profonda.
Poi mi viene in mente che c’è la veglia del Giubileo dei giovani 2025, e
accendo il computer per vedere la diretta. Rimango molto impressionato
dall’organizzazione in grande stile e soprattutto dalla solennità della
celebrazione: il coro gigantesco e l’orchestra sono diretti, credo, dallo
stesso mons. Frisina, autore dei brani. Ora, si potrà dire tutto quello che si
vuole sul modo di comporre di Frisina, ma i suoi pezzi sacri rendono la gioia e
soprattutto il mistero del cristianesimo. “Anima Christi”, per esempio, è molto
toccante, e anche gli altri brani musicali hanno una religiosità coinvolgente e
direi addirittura “trascinante”.
Non posso fare paragoni con la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona
del 2023, che non ho visto, né tantomeno con il Giubileo dei Giovani del 2000
con papa Giovanni Paolo ||, che francamente non ricordo, però direi che il
tutto è molto ben preparato e aiuta moltissimo la meditazione e la concentrazione.
Saranno anche di meno, rispetto a quello precedente, come continuano a dire
coloro che devono a tutti i costi sminuire la presenza attuale della Chiesa, ma
si vede una marea di persone. Gli organizzatori diranno di aver raggiunto il
milione di presenze, che non sono i due milioni di Wojtyla ma rappresentano
comunque una cifra che non so quale altra organizzazione al mondo oggi riesca a
raggiungere.
Mi impressiona molto Papa Leone XIV, sia per la disinvoltura con la quale
risponde alle domande e passa da una lingua all’altra, sia per la devozione che
dimostra al Santissimo, rimanendo inginocchiato fino a quando il cerimoniere
non gli ricorda che si deve alzare per continuare la celebrazione. Le lingue
più utilizzate sono l’italiano, lo spagnolo e l’inglese, che sono quelle nelle
quali Robert Francis Prevost si trova più a suo agio, ma vengono usati anche il
tedesco, il francese, il portoghese, il polacco e una lingua asiatica che non
riesco ad individuare. Forse sarà il coreano, dato che nel 2027 la prossima
Giornata mondiale della Gioventù di terrà a Seul, ma non ne sono sicuro.
Belle le domande, soprattutto quella della ragazza italiana su come fare la
scelta giusta per la vita: il Papa anzitutto pone le tre scelte che la Chiesa
cattolica ha sempre dato: il matrimonio, l’ordine sacro e la vita consacrata.
Poi aggiunge che il punto non è “cosa” scegliere, ma “chi” scegliere, e che la
scelta fondamentale è scegliere Gesù Cristo. E che attraverso la sua amicizia
possiamo sperimentare l’amicizia tra di noi.
La mattina del 3 agosto sulla spianata di Tor Vergata è presente una marea
umana ancora maggiore di quella della sera precedente: probabilmente è qui che
si raggiunge il milione di persone. Starei per dire ai giornalisti, che non
capiscono nulla della realtà ecclesiale e fanno i conti della serva solo sui
numeri, che quel Tale nel cui nome di riuniscono tutte queste persone disse:
“Dove due o tre si riuniranno nel mio nome, io sarò in mezzo a loro”. Il che
significa che il numero non è assolutamente essenziale, come pensano invece i
“vati” della pseudo-democrazia occidentale: due o duecento o due milioni è
esattamente lo stesso per Lui, che manifesta la sua presenza in ogni caso, là
dove lo si invoca. Il quale soggetto, che rigorosamente evitano di citare i
cosiddetti informatori democratici, iniziò con dodici seguaci, senza farsi
alcun problema di essere maggioranza o minoranza lì dov’era.
E invece è proprio Gesù Cristo il centro della veglia e della Messa del Giubileo dei Giovani, e Papa Leone XIV ci regala una commovente citazione di sant’Agostino: «Qual è allora l'oggetto della nostra speranza? È la terra? No. Qualcosa che deriva dalla terra, come l'oro, l'argento, l'albero, la messe, l'acqua? Queste cose piacciono, sono belle queste cose, sono buone queste cose». E concludeva: «Ricerca chi le ha fatte, egli è la tua speranza»). Pensando, poi, al cammino che aveva percorso, pregava dicendo: «Tu [Signore] eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo.. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace».
Ha citato Bergoglio, ma anche Giovanni Paolo II,
Vengo a sapere dai giornali, poi, che il Papa ha detto di essere vicino ai
giovani di Gaza e dell’Ucraina e, verificandolo, scopro che è vero, anche se
francamente non me n’ero accorto. Ma, si sa, il giornalista sta attento quasi
esclusivamente alle questioni politiche. Il Papa aveva ricordato anche due
ragazze morte improvvisamente, una spagnola e una ragazza egiziana, e di un
ragazzo spagnolo ricoverato in gravi condizioni.
Ridicolo inoltre l’intervento di Giorgia Meloni, che si rivolge ai giovani
proferendo una serie di ovvietà e finendo con l’esortazione a “fare rumore come
nel 2000”. Forse la suddetta non aveva sentito, non essendo stata presente, che
tutte le celebrazioni, soprattutto la veglia, erano orientate a “fare silenzio”
per lasciare spazio a Gesù Cristo, che entrasse nei cuori. Ma tant’è, la “donna,
madre e cristiana”, unico capo del governo ad essersi presentata al Papa senza
marito e nemmeno senza velo, come invece aveva chiesto il Pontefice, può dire e
fare ciò che vuole. Ha dalla sua la grande stampa italiana ed internazionale,
no?
In conclusione, un’ottima figura da parte della Chiesa cattolica
universale, che ha dimostrato di avere a cuore il mistero che l’ha generata. La
Comunità ecclesiale ha fatto vedere di essere viva e vegeta e soprattutto
legata al suo Capo, che, ricordiamocelo sempre, non è il Papa, bensì il Dio
fattosi uomo per salvarci.