“Una famiglia forte, radicata nella fede, è la prima linea di difesa in un mondo in rovina” (Charlie Kirk, 1993-2025)
Colpisce ancora
l’odio progressista (e, stando ai fatti, “progressivo”) dei jihadisti woke
della composita e (a tratti) liberal-democratica società statunitense. Questa
volta non si tratta di minacce, censura o procedimenti disciplinari inferti a
qualche professore universitario (come Jordan B. Peterson) o ad altri presunti
“neofascisti” conservatori, bensì di un colpo fatale che ha spezzato la vita al
tanto amato quanto odiato trentunenne Charlie Kirk. Una morte improvvisa, avvenuta
il 10 settembre, causata da un proiettile sparato con precisione al collo di
Kirk da un cecchino, mentre l’audace conservatore trumpiano stava tenendo uno
dei suoi consueti dibattiti aperti al campus della Utah Valley University.
Devoto cristiano
evangelico (vicino alla conversione cattolica), marito e padre amorevole, da
sempre impegnato nella difesa dei valori cristiani e della libertà di parola,
Charlie Kirk ha affrontato con coraggio ed enorme dedizione folle di collegiali
woke schierati a favore di aborto, immigrazionismo clandestino e ideologia
gender. Era noto per la sua appartenenza al movimento MAGA e per l’instancabile
attivismo nella sua onlus “Turning Point USA” (rete studentesca co-fondata con
Bill Montgomery alla tenera età di 18 anni e oggi diffusa in migliaia di
campus, capace di ispirare milioni di giovani a pensare con la propria testa).
La presenza sulle reti sociali e il successo del suo podcast (“The Charlie Kirk
Show”), oltre a numerose apparizioni pubbliche e provocatorie nei campus
universitari, lo avevano reso inarrestabile e alquanto scomodo alla comunità
progressista.
Rimarranno nella
storia i suoi arguti dibattiti nei college (da lui considerati campi di
indottrinamento al pensiero di sinistra ed ostacolo ad una sana ed efficiente
istruzione) dove, invitando anche i woke più estremi e ostili al confronto
libero e diretto, rispondeva con maestria e schiettezza alle obiezioni e
provocazioni più assurde lasciando (quasi) sempre spiazzati i suoi più
inferociti interlocutori. I temi più dibattuti sono stati: l’aborto (fermamente
condannato da un dichiarato “pro-vita” come Kirk), l’apertura dei confini
nazionali e il giustificazionismo dell’immigrazione clandestina (tanto cara e
difesa dai paladini woke), la libertà di parola e di religione (argomento
scottante per i giovani progressisti, sempre molto inclusivi con i musulmani e
le loro pretese, ma severi censori del cristianesimo), le folli politiche di
“inclusione” di transgender e altri soggetti non ascrivibili al
“discriminatorio e bigotto” (ma pur sempre “naturale”) sistema binario in
competizioni sportive, prigioni, bagni pubblici, spogliatoi ecc., i benefici
della politica Trump sulla vita ed economia americana, il libero mercato, il
governo limitato e la libertà (oltre che responsabilità) individuale. In
relazione a questi ultimi temi Kirk, come altri noti conservatori, ha sempre
criticato (fornendo dati incontestabili) i sistemi socialisti, comunisti e
quelli improntati su forme di anarchia sociale (sostenuti da lobby neomarxiste
come Black Lives Matter ed estremisti ecologisti legati a Greta Thunberg).
Insomma, un boccone troppo amaro per il collegiale medio americano, intriso di
contorte ideologie e di quel patologico vittimismo che contraddistingue larga
parte della gioventù cresciuta sotto i governi Obama/Biden, il costante
bombardamento di messaggi luciferini (provenienti da musica e film) e di una
narrazione contraddittoria e falsata da personaggi politici e autorità
scolastiche. Ultimo ma non meno importante, la sua critica ad Hamas e alle
ondate di chiara discriminazione e violenza nei confronti di studenti ebrei da
parte di pacifici rivoltosi woke “propal” armati di bandiere palestinesi e
arcobaleno (non per tutti un chiaro ossimoro) ma incapaci di indicare su una
cartina la striscia di Gaza o di comprendere le origini di questo doloroso
conflitto.
È innegabile che
Charlie avesse un dono speciale: nessuno come lui sapeva toccare il cuore dei
giovani attraverso la verità e l'esercizio della ragione. Usando il dialogo
costruiva ponti, dove altri alimentavano divisioni, in grado di unire persone
diverse nella sola autentica Verità che alberga in fondo all’animo di ciascun
uomo. Sapeva ascoltare, incoraggiare i giovani a porsi domande su quanto veicolato
dalla narrazione dominante. Invitava inoltre ragazzi e ragazze a non rinunciare
a matrimonio e figli per una vita incentrata sulla sola carriera professionale.
Charlie credeva fermamente che la verità si forgiasse nel dialogo e non nel
silenzio imposto dalla paura. Come diceva lui stesso: “Quando le persone
smettono di parlare, è allora che avviene la violenza. È allora che avvengono
le guerre civili perché inizi a pensare che l'altra parte sia così malvagia, e
perde la sua umanità”.
Messaggi di sentito
cordoglio sono arrivati dall’amico presidente Donald Trump, da Benjamin
Netanyahu e dal fronte conservatore ma anche dalla nostra onlus Pro Vita e
Famiglia che lo ha ricordato come un martire nella lotta a difesa della
Famiglia e della Vita fin dal suo concepimento. Mentre sorge il timore di nuovi
attentati a personalità conservatrici (quali Matt Walsh, Ben Shapiro, Michael
Knowles e Douglas Murray) vicine a Kirk e impegnate in prima linea nelle stesse
campagne, tutti noi ci uniamo in preghiera affinché non accadano più tali
tragedie e ci siano sorveglianza e sistemi di sicurezza più incisivi in
occasione di simili comizi. Un proiettile sventato (come accaduto al presidente
Trump) può arrivare a destinazione in successive occasioni. Il brutale omicidio
di Kirk è un triste e chiaro promemoria che la libertà non è mai scontata.
Charlie mancherà a moltissime persone ma la sua eredità rimarrà nel cuore di
chi lo ha amato e forse anche in quello di alcuni suoi detrattori ai quali è
stata sempre data piena libertà di controbatterlo e accusarlo di bigottismo e
fascismo.
Irene Visciano
Ma per piacere alcune posizioni erano condivisibili ma questo era per le armi libere, giustificava eventuali morti da arma da fuoco pur di averne in circolazione.
RispondiEliminaEra razzista ( ha detto che si preoccupava di salire su un aereo se il pilota era di colore) in un paese dove sono stati perseguitati.
Secondo me appoggiava pure il ku kus clan.
Aveva ragione su gender e aborto ( anche se da cattolico non avrei mai detto di far partorire mia figlia dopo uno stupro ma avrei risposto che ci possono essere eccezioni che confermano la regola)
Non sarebbe dovuto essere ucciso ma non è un martire Cristiano
In più un vero Cristiano cattolico non può essere pro Israele a prescindere soprattutto ora. Non mi sembra che il cardinal Pizzaballa racconti stronzate , li stanno facendo un genocidio o ci stanno provando
RispondiEliminaSicuramente alcune sue posizioni erano molto discutibili, come quella sulle armi e su Israele, però questo non toglie che questa sia stata un'esecuzione di stile mafioso per colpire uno che propagandava delle idee, facendo comizi e tenendo incontri pubblici
RispondiEliminaL'europarlamento ha rifiutato il minuto di silenzio. Questo indica una chiara posizione ideologica. Per quanto su alcune posizioni del defunto si possa discutere, risulta chiaro il rischio odierno nel difendere certi valori ritenuti ormai retaggio del passato.
RispondiEliminaUn articolo più decente , e più vicino alla verità , alla faccia dei vergognosi articoli del Corriere e della Repubblica ( sempre forniti dal mainstream internazionale , (i probabili AP e Reuters)
RispondiEliminaPoi avevano anche criticato il suo essere favorevole a tener degli armi di tutti i tipi in casa, insinuando che lui se la fosse cercata! Quando invece semplicemente difendeva il loro Secondo ammendamento , che da il diritto al cittadino americano di possedere un'arma, x difesa( dai tempi della guerra contro gli inglesi ). Una cosa che servirebbe anche a noi , perchè siamo completamente indifesi alle tirannie di governo , esercito e forze dell'ordine , tutti dall'altra parte del cittadino