lunedì 10 marzo 2025

IL REATO DI "FEMMINICIDIO"

 Un DDL che discrimina. Considerazioni sul “reato di femminicidio” introdotto dal Governo Meloni con il plauso dell’Onorevole Valente del PD.

Di Matteo Montevecchi 

l Governo Meloni, succube della mentalità pseudo-progressista che a parole sostiene di combattere, salvo poi abbracciare, introduce in Italia il “reato di femminicidio” per punire in maniera separata dagli altri omicidi, gli omicidi di donne uccise “in quanto donne”, prevedendo direttamente l’ergastolo. E sull’ergastolo come pena nulla da obiettare. Cosa stona? Il fatto che attraverso questa legge passa il concetto che un omicidio di un uomo risulta meno grave rispetto all’omicidio di una donna, poiché nella situazione inversa, quando la vittima è un uomo, l’ergastolo non è un automatismo. 

Oltre che essere una legge non propriamente utile, poiché esisteva già l’aggravante dei motivi futili che poteva portare all’ergastolo, si tratta di un’aberrazione dal punto di vista giuridico, nonché un’allucinante prospettiva ideologica che alimenta un’inutile contrapposizione tra i sessi. 

Eppure il Presidente del consiglio Giorgia Meloni parla espressamente di “Un altro passo in avanti” e il Ministro (lei direbbe la MinistrA) della Famiglia Eugenia Roccella, commenta vittoriosa: “È davvero una novità dirompente, non solo giuridica ma anche sul piano culturale" perché, ha spiegato, si tratta "soprattutto di un tentativo di produrre un mutamento culturale”. 

Peccato non sia chiaro al “governo di destra/centro”, che come ha ripetuto anche il Presidente argentino Javier Milei: “Una punizione più grave in base al sesso della vittima fa valere legalmente la vita di una donna più di quella di un uomo”. 

Senza andare a scomodare Milei, basterebbe leggere l’Art. 3 della Costituzione italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. 

insomma, per cavalcare mediaticamente un tema in occasione della festa della donna, sono riusciti a produrre una legge che crea discriminazioni. La parlamentare del Partito Democratico, Valeria Valente, lo ha definito un “Ddl coraggioso che avrà effetti sul piano culturale, prima ancora che su quello penale”. Ancora una volta il Piddi ha ottenuto un risultato senza governare. Ancora una volta il centrodestra si conferma un centrosinistra in ritardo di 5/10 anni. Complimenti al governo Meloni. A tutti eh, senza distinzioni.

domenica 9 marzo 2025

DELIRIO IN EUROPA

 Dopo l’incontro tra gli Stati Uniti e la Russia sull’Ucraina che si è svolto in Arabia saudita, i governanti dell’Unione europea, del Regno Unito e del Canada sono entrati nel panico più totale. Il vecchio equilibrio tra il Paese più potente del mondo e gli Stati occidentali ad esso sudditi si è spezzato e le reazioni sono state quantomai scomposte. Starmer e Macron, in particolare, non hanno voluto accettare questo cambio di rotta ed hanno convocato a Londra sedici membri dell’U.E. più Canada e Turchia (oltre, ovviamente all’Ucraina). C’era anche Rutte, il segretario della NATO, organizzazione che non avrebbe più senso se gli Stati Uniti ne uscissero. Tutti i partecipanti alla riunione, ovviamente informale, erano d’accordo però su una cosa: continuare in tutti i modi il conflitto contro la Russia. Va detto però che mancavano all’appello ben undici Stati dell’U.E., anche se non i più importanti, e che anche la NATO era monca nella sua rappresentanza.

 Tutto si è svolto nella maniera più grottesca, a cominciare dalla proposta di un esercito europeo, formulata proprio a Londra, capitale della Nazione recentemente uscita dall’U.E. Diciamo che si è concluso con un nulla di fatto (e non poteva essere che così) in quanto le posizioni erano diverse e non si è arrivato ad alcun accordo. Tanto è vero che il vero risultato di tale incontro è stato il tentativo di Zelensky di trovare appoggio da parte di Trump e il famoso “strapazzamento” del medesimo nello studio ovale. Tale trattamento del pupillo dell’”Occidente collettivo” biasimato in tutte le maniere dai mezzi di comunicazione che vanno per la maggiore, non solo non ha portato ad alcuna conseguenza, ma ha determinato un cambiamento di atteggiamento di Zelensky, tornato a chiedere umilmente le trattative per un cessate il fuoco.

 E’ evidente che il vento è cambiato, anche per lo “Stato profondo”, in quanto l’Amministrazione Trump sembra veramente fare sul serio ed è intenzionata a far smettere questa guerra fratricida che dura da tre anni e che non ha portato e nessun vantaggio per loro.

E’ altresì evidente che l’Europa non conta assolutamente niente e che le dichiarazioni deliranti dei capi di Stato europei riuniti a Londra non hanno nessuna base reale per essere realizzate.

 Anche solo dal punto di vista tecnico non esiste un esercito dell’Unione europea, che è sempre stata sotto l’ombrello americano da quando è nata; si pensi solo che la sede della NATO, inizialmente a New York, fu spostata molto presto a Londra e poi a Parigi, e, quando la Francia decise di uscire dal comando militare, nel 1966, a Bruxelles. Ci si sarebbe potuto chiedere come mai un’organizzazione sostanzialmente guidata dagli Stati Uniti d’America abbia posto la sua sede nel centro dell’U.E. Ma la risposta ovvia non ha mai sfiorato i nostri sedicenti giornalisti e i capi di governo hanno taciuto deliberatamente la verità: la NATO è sempre stata la forza militare dell’Unione europea. Adesso che le carte sono state mischiate si vorrebbe correre ai ripari e costituire una forza militare dell’Unione europea? A cui parteciperebbero anche Stati che sono al di fuori dell’U.E.?  

 Peccato che ci siano alcuni piccoli particolari da risolvere: anzitutto chi guiderebbe tale esercito? Anzi, ancora prima, chi deciderebbe la costituzione di tale forza militare? Quali Stati vi parteciperebbero e a quale titolo? Ma poi, organizzativamente, da chi sarebbero addestrati e come si potrebbero coordinare eserciti di Stati diversi e appartenenti ad organizzazioni diverse? Chi se ne intende di questioni militari stima che per la costituzione di un esercito europeo occorrerebbero almeno un paio d’anni solo per cominciare ed almeno dieci per completarne la struttura.

 Si ha l’impressione che questi capi di governo non sappiano neanche di che cosa stanno parlando.


lunedì 3 marzo 2025

IL PORTO DI TRIESTE

 Questa mattina ho aperto la finestra. 

Davanti, accanto al molo Settimo, di fronte a Piazza Unità, campeggia (invero da 5 giorni) la portaerei che porta il nome della città stessa, "Trieste".

La nave è la più grande della flotta italiana, 8.000 tonnellate più della portaerei Garibaldi. Si tratta di un'unità d'assalto, anfibia, multiruolo, progettata soprattutto per operazioni di sbarco, ed è la sede marittima del reggimento "San Marco".

Il costo è stato di un miliardo e 126 milioni di euro.

Aguzzando un po' lo sguardo verso il castello di Miramare si può poi scorgere un'altra imbarcazione emblematica; si tratta dello Yacht del magnate russo Andrei Melnichenko, sequestrato l'11 marzo del 2022 come parte delle sanzioni contro la Russia. Il mantenimento dello yacht sotto sequestro costa alle casse pubbliche circa 25.000 euro al giorno. 

Ergo ad oggi questo singolo atto di sequestro ci è costato oltre 27 milioni di euro.

Ecco, basta uno sguardo mattutino sul Golfo di Trieste per avere un'immagine plastica della catastrofe rappresentata dalla politica europea.

Nel mezzo del porto di Trieste, porto che secondo il trattato di pace del 1947 doveva essere franco e demilitarizzato, mostra i muscoli un mastodonte di 38.000 tonnellate, armato fino ai denti. 

Che è un po' come avere una pistola puntata in faccia mentre fai colazione. Magari è scarica, eh? Però non mette di buon umore. 

Un po' più in là lo yacht di un civile russo. Che magari sarà anche una brutta persona, non lo so, ma resta il fatto che per punire Putin abbiamo colpito ad alzo zero migliaia di cittadini russi colpevoli solo di essere russi.

Ecco, a chi mi mette in scena la narrazione dell'Europa idealista, che mette a repentaglio il proprio benessere per fare La Cosa Giusta, mi sento di rispondere che potete andare garbatamente a farvi fottere.

La verità è che voi, proprio voi che sedete oggi sugli scranni del parlamento italiano o europeo, voi che avete votato tutte queste spese, voi che spingete per promuoverne altre molto maggiori, voi che avete vietato tutte le emittenti che potevano turbare la vostra retorica, voi che avete censurato il censurabile, voi che plaudite la sospensione delle elezioni rumene o l'abolizione dei partiti di opposizione ucraini nel nome della democrazia, voi che avete perseguitato artisti, sportivi e semplici cittadini su base etnica, voi che ci state portando giorno dopo giorno sempre più vicini ad un conflitto militare, voi siete la classe dirigente insieme più fallimentare e meschina dal 1945 ad oggi. Se non fosse espressione desueta direi che rientrate tecnicamente sotto la voce "traditori della patria".

Lungi dal rappresentare la scelta del Giusto a dispetto dell'Utile, siete riusciti a combinare sistematicamente il massimo danno per le popolazioni che dovreste rappresentare con il massimamente ingiusto. 

Sapete quanto fa, tradotto in appartamenti di case popolari, la sola spesa per lo yacht russo in baia? 

Fanno 547 appartamenti. 

Quanto alla portaerei - che un Iskander affonderebbe in un nanosecondo - sarebbero 22.520 case popolari.

Ecco spiegateci ora che questo è populismo, mentre bruciare montagne di soldi pubblici in commesse agli amici degli amici, per portarci il più vicino possibile ad una guerra, quello sarebbe altruismo e senso di responsabilità.

Fatelo, pagliacci.

Andrea Zhokl, dal sito di Giorgio Bianchi

sabato 22 febbraio 2025

TRATTATI COME PERICOLOSI TERRORISTI

Questa ve la devo proprio raccontare, perché fa capire il “clima” in cui viviamo, nell’attuale Italietta che sembra avere smarrito ogni forma di sano buon senso. Beh, il fatto è molto semplice, di per sé: si tratta di una visita agli ex-studenti dell’anno scorso. Voi direte: e allora, dov’è il problema?

Sentite un po’ la storia: ieri, 21 febbraio 2025, venerdì, avevo una mezza idea di recarmi nel mio ex-Istituto Marie Curie/Piero Sraffa. Già, “ex” in quanto sono felicemente andato in pensione il primo di settembre 2024. Mi alzo la mattina presto perché dovevo fare degli esami all’Ospedale san Luca, che è dietro casa mia, poi ciondolo per casa, ancora indeciso sul da farsi. Poi improvvisamente mi arriva un messaggino da parte di un amico insegnante di informatica che era al Curie/Sraffa l’anno scorso a che adesso ha scelto un’altra scuola. Lui mi dice: “Vado a trovare i ragazzi a scuola: vieni anche tu? Io prendo la palla al balzo e mi decido subito per il “si’”: esco velocemente di casa e mi incammino a piedi, in quanto adesso voglio seguire il mio contapassi e quindi approfitto di qualunque occasione per fare una passeggiata.

Giungo alle 10.30, orario che avevamo concordato per essere dai ragazzi durante il primo intervallo, che è dalle 10.50 alle 11.10, per non disturbare le lezioni. Vedo il mio amico, che invece è arrivato in macchina; ci salutiamo ed entriamo. Scriviamo i nostri nomi all’entrata sul libro delle presenze e ci rechiamo nelle aule dei nostri ex-studenti.  A dire il vero adesso non è più neanche facile trovare gli studenti, in quanto il Curie/Sraffa ha adottato la sperimentazione Valditara secondo la quale ora sono le classi a spostarsi, mentre il docente rimane nella sua aula. Ciò ingenera un movimento continuo di studenti e chi viene da fuori non sa più come riuscire a trovare i ragazzi che cerca.

Comunque dopo un po’ li troviamo, e le classi del mio amico gli fanno una grandissima festa, anche perché lui li aveva accompagnati in viaggio d’istruzione a Palermo e gli aveva proposto anche dei progetti da seguire. Anche di me sono contenti, ma un po’ meno, in quanto questa era la terza volta che andavo a salutarli. Stavolta mi avevano detto: “Prof., venga che l’applaudiamo” per la scelta di finanziare un pozzo per estrarre l’acqua in Camerun, sulla quale ero stato intervistato e che li aveva molto entusiasmati.

Fin qui nulla di strano, direte voi: è normale che due insegnanti tornino a salutare i loro vecchi studenti e che questi li acclamino.

Ma adesso arriva il bello: mi si para dinanzi la preside, accompagnata da una delle collaboratrici, in atteggiamento minaccioso, con i pugni sui fianchi, e mi dice perentoriamente: “Lei non può stare qui”. “E perché?” chiedo io. “Perché non ha la mia autorizzazione”, ribatte la preside, e aggiunge: “Avrebbe dovuto mandarmi una e-mail chiedendo il permesso di recarsi a scuola; gli estranei non possono entrare senza autorizzazione”. E conclude: “Lei se ne deve andare dalla scuola”. Io sono allibito, ma rispondo: “Lei non ha il diritto di mandarmi via dalla scuola”. E a questo punto la preside pronuncia la sua frase fatidica, che secondo lei dovrebbe far capitolare il “ribelle”: “Adesso chiamo i carabinieri!”. Io cerco di mantenere la calma, perché purtroppo ho insegnato per decenni diritto e so benissimo che le forze dell’ordine intervengono solo se c’è la commissione di un reato oppure il fondato sospetto che questo avvenga, non per cacciare un insegnante che è venuto a salutare i propri ex-studenti. Comunque mi rivolgo alla preside e le chiedo “Ma lei ha il senso della realtà?” Poi guardo il gruppo di ragazzi che nel frattempo si erano radunati davanti a noi per assistere allo “spettacolo”, e dico: “Ma non è normale, questo non è normale!”

La preside si allontana e io vado alla ricerca del mio amico; lo vedo discutere con la vicepreside, che gli dice “Lei non può stare in questa zona”; lui risponde: “Ora mando una PEC al ministero per segnalare questo fatto”. Poi andiamo via, il mio amico ed io, sia perché non vogliamo continuare queste discussioni sterili sia perché ormai l’intervallo è finito. Usciamo perciò dalla scuola, seguiti fin sulla porta dalla collaboratrice, che con piglio arcigno vuole assicurarsi che veramente ce ne andiamo dall’Istituto.  

Siamo sconvolti dal trattamento che ci hanno riservato, manco fossimo dei pericolosi terroristi o degli spacciatori di droga venuti a rovinare i minorenni! Parliamo delle azioni che potremmo intraprendere, soprattutto quella di rilevare quanto accaduto alle autorità e anche ai giornalisti.

Commenti degli adulti: uno dice: “Si’, è assurdo. Ha fatto così anche con due ex-insegnanti. Lei è la padrona della scuola”. Un altro: “Ma cosa dici, è una vergogna. Però quella la fanno entrare” (una addetta scolastica, ora in pensione, molto “collaboratrice”). E un terzo: “Sì, ma anche quell’altra la fanno venire, quella che era in aula docenti, che gli faceva gli addobbi in ogni occasione”. C’è poi chi si chiede: “Ma quale “autorizzazione” è richiesta per far visita ai propri studenti? Bisogna scrivere in anticipo alla preside ed avere il suo consenso scritto prima di poter fare una tranquilla visita di saluto agli studenti?”

E i ragazzi: “Prof., ritorni lunedì, come sfida”; “Tanto mal che vada chiamano i carabinieri, ma non possono fare nulla”; “Al massimo si lega ad un termosifone”; “Con le manette”; “Lei deve mantenere la sua posizione, se fossi in lei ritornerei tutti i giorni”. Oppure: “Sono veramente sconvolta da quello che ha dovuto subire”; “No, prof. ma dove siamo finiti. Mi dispiace molto ci si rivede un’altra volta”.

 Pietro Marinelli


venerdì 21 febbraio 2025

LETTERA APERTA A MATTARELLA

 del prof. Augusto Sinagra

"Egregio Signore, per lungo tempo abbiamo assistito a sue firme di convalida di decreti-legge o di promulgazione di leggi di dubbia costituzionalità a parere di molti. Prescindo dalle sue conoscenze del diritto costituzionale ma molti hanno pure nutrito il dubbio in ordine alla sua consapevolezza.

Ora accade che dopo la gravità delle sue dichiarazioni a Marsiglia lei, pensando di giustificarsi, ha aggravato la situazione affermando a Cettigne (Montenegro) che la Russia deve rispettare la Carta dell’ONU e astenersi per il futuro dall’aggredire altri Stati.

Premesso che la Russia storicamente non ha mai aggredito nessuno e, viceversa, è stata sempre aggredita (anche dall’Italia nel 1941) e premesso anche che la veste da “vecchio saggio” non le si addice quanto alla saggezza, le ricordo che, secondo la Costituzione, non appartiene alle competenze del Capo dello Stato la gestione o l’orientamento della politica estera della Nazione, che è prerogativa del governo e del parlamento.

Conseguentemente si potrebbe opportunamente riflettere sulla possibilità che la sua condotta possa configurare, sul piano tecnico- giuridico, l’ipotesi dell’”attentato alla Costituzione della Repubblica” che, in caso di stato di messa di accusa, comporterebbe il giudizio dinanzi alla Corte costituzionale.

Tuttavia, al di là di ogni considerazione tecnico-giuridica, resta il giudizio politico e storico che graverà sulla sua persona.

Nel merito lei dovrebbe ben sapere che il diritto internazionale conosce l’Istituto della “legittima difesa preventiva”.

Come pure dovrebbe sapere che proprio la Carta dell’ONU da lei evocata consente il legittimo intervento armato di uno Stato contro altro Stato se ciò appare veramente finalizzato a porre fine ad una violazione sistematica e massiccia dei diritti umani fondamentali.

A cominciare dal diritto alla vita.

È esattamente ciò che è accaduto nel Donbass, in Ucraina, dal 2014 e fino all’intervento militare russo del 2022.

Le sue improvvide dichiarazioni espongono a serio pericolo gli interessi della Nazione e i suoi cittadini.

Le sue dichiarazioni sembrano difendere gli interessi dell’Unione europea più rivolta verso un’opzione militare che di pace; una Unione europea ormai in stato di putrescenza morale, politica ed economica, come ben detto dal Vicepresidente USA Vance che questa Unione europea ha “schiaffeggiato” quasi con brutalità in occasione del Vertice di Monaco sulla sicurezza.

RPicordo inoltre che lei era Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Difesa nel governo D’Alema quando l’Italia intraprese un’azione di aggressione bellica sotto comando USA senza alcuna autorizzazione dell’ONU e senza neanche una deliberazione della stessa NATO; aggressione bellica che vide pesanti bombardamenti della Serbia (nostra storica amica) e della sua capitale Belgrado.

E ciò con buona pace dell’art. 11 della Costituzione che consente soltanto la guerra difensiva.

Dunque, egregio Signore, non crede che il suo non richiesto ammonimento alla Russia in Montenegro debba essere rivolto ad altri Stati, a cominciare dalla stessa Italia?

Da ultimo, registro che proprio oggi, con fasti e onori lei ha ricevuto il Signor Isaak Herzog Presidente dello Stato di Israele che ad oggi ha disatteso ben 73 Risoluzioni dell’ONU e che si è consegnato al vituperio delle genti per quel che ha fatto e continua a fare nel preordinato e continuato sterminio del Popolo palestinese.

Lei non ha nulla da dire allo Stato di Israele in tema di rispetto dello Statuto delle Nazioni Unite?

Ancora la invito calorosamente a presentare sue pubbliche scuse al Presidente e al Popolo russo.

Prof. Avv. Augusto Sinagra (Giá Ordinario di Diritto dell’Unione Europea presso l’Universitá degli Studi “La Sapienza” di Roma. Direttore della Rivista della Cooperazione giuridica internazionale (fascia A) ed avvocato del Foro di Roma)

Telegram: https://t.me/carmen_tortora1

IL REATO DI "FEMMINICIDIO"

 Un DDL che discrimina. Considerazioni sul “reato di femminicidio” introdotto dal Governo Meloni con il plauso dell’Onorevole Valente del PD...