venerdì 9 maggio 2025

VIVA IL PAPA, LA CHIESA E' VIVA

 

                                                             


La prima considerazione che mi viene da fare subito dopo l'elezione del nuovo Papa è che, come al solito, i giornalisti, italiani e non, hanno "toppato" alla grande. Le previsioni che si concentravano su di un cardinale italiano come Piero Parolin o Matteo Zuppi sono state completamente disattese e francamente tra tutti i "papabili" non mi sembra di aver mai visto il nome di Robert Francis Prevost, che poi ha scelto il nome di Leone XIV. 

Ma anche le varie "predizioni": il Papa sarà eletto al primo scrutinio" "si chiamerà Francesco II" et similia, sembravano più aspettative che non analisi della situazione; abbiamo assistito, come sempre, a "sparate" "caxxate in libertà", e non ad un esame serio della questione. E mai che tali giornalisti ammettano di aver "ciccato" clamorosamente: insistono nel sostenere che Parolin fosse il "gran favorito". Favorito da chi? Dai salotti dei benpensanti, forse: chi abbia un minimo di conoscenza della Chiesa cattolica sa che è molto difficile che venga eletto Papa il Segretario di Stato vaticano. Generalmente i Cardinali preferiscono un uomo di esperienza pastorale, perché deve guidare la Chiesa universale ed avere quindi una visione d'insieme della realtà ecclesiale. 

E' stata saltata anche la contrapposizione "conservatori-progressisti" che tanto piace ai mezzi di comunicazione, in quanto è stato eletto un uomo che non può essere definito certo un conservatore ma nemmeno rientra nella categoria dei progressisti ad oltranza. Allora la grande stampa lo definisce "di centro", dovendo trovare a tutti i costi una classificazione politica. 

Invece i Cardinali hanno operato una scelta diversa, non politica ma ecclesiale, dando il loro voto ad un Cardinale di fede, immerso nel solco della tradizione della Chiesa e nello stesso stesso tempo aperto al dialogo. Robert Francis Prevost si è presentato alla folla riunita in piazza san Pietro vestito da Papa, con il nome di Leone XIV, che ricorda soprattutto Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, della lotta al socialismo ma anche alla massoneria, il Papa che forse più di tutti ha favorito le missioni cattoliche nel mondo intero.

I Cardinali hanno eletto un uomo che non è "etichettabile" facilmente, che sfugge alle categorizzazioni dei grandi mezzi di comunicazione, che non è "riducibile" agli schemi dei giornalisti o degli (pseudo) intellettuali di turno.

Per iniziare poi ha scelto il saluto di Gesù risorto agli apostoli riuniti nel Cenacolo: "Pace a voi!", ricordando che Dio ci ama tutti incondizionatamente; perciò ha parlato molto di pace ma come conseguenza dell'amore che Dio ha per noi, per cui anche noi dobbiamo tendere all'unità con Dio e tra di noi. Peraltro il suo motto di vescovo è "In illo uno unum": "In colui che è uno siamo uno"; siamo una cosa sola perché siamo uniti a Lui. 

Ha scelto di scrivere il discorso e di non parlare "a braccio" per pesare le parole, oggi così importanti per l'uomo che deve guidare la barca di Pietro; ha ringraziato il suo predecessore e ha parlato di ecologia e di dialogo, ma ha fatto riferimento anche alla sua storia personale di agostiniano e di missionario in Perù, facendo un breve intervento in spagnolo. Singolare che non abbia detto neanche una parola in inglese, la sua lingua materna: probabilmente perché parlava come vescovo di Roma e quindi ha utilizzato la lingua italiana.

I giornalisti lo definiscono "il primo Papa statunitense", in realtà è il meno statunitense dei Cardinali americani, essendo incardinato nella Conferenza episcopale peruviana e non in quella degli Stati Uniti d'America.

Ma ciò che più mi ha colpito è la sua fede, semplice e profonda: dalla fedeltà al carisma di sant'Agostino, alla passione per la missione in Perù, per finire con il ricordo della supplica della Madonna di Pompei e con la recita dell'Ave Maria con tutto il popolo romano.

Insomma, un ben regalo dello Spirito Santo.

venerdì 2 maggio 2025

CARA GIORGIA... O TRUMP O ZELENSKY.

 Cara Giorgia… o Trump o Zelensky.

Cara Giorgia… o Trump o Zelensky.

O la pace o la guerra. O l’Italia o Bruxelles. O la Patria o la Von der Leyen.
O Rizzo o Calenda!

Il mondo cambia.
Cambia rapidamente.
L’elezione di Trump ha portato un vento nuovo…
La disarticolazione del globalismo avanza senza sosta.

La vittoria della Russia e del fronte della resistenza all’occidente stanno facendo il resto.

Addirittura il popolo palestinese continua a lottare e a non mollare.

Anche in Italia tutti gli schemi sono saltati.

Il 25 aprile abbiamo visto nella stessa piazza bandiere rosse e quelle dell’Ucraina, bandiere “blu-stellate” dell’Unione europea e quelli che le bruciavano.
Bandiere palestinesi sfilare con quelle israeliane.

Insomma il corto circuito globalista è arrivato anche a casa nostra.

Se a sinistra stanno messi male, anche a destra ormai è derby tra chi tifa per Putin e chi per Zelensky ed il battaglione Azov.

Da tempo diciamo che la Meloni è ad una svolta.
Può essere ricordata come la più grande traditrice del popolo italiano, oppure come la più importante patriota.

Purtroppo Giorgia sembra non essere ancora in grado di capire da quale parte del campo deve stare.

Se mettersi davvero con Trump, Orban, Fico, l’AfD ed i sovranisti… e se continuare a stare con la Von der Layen, Zelensky, Tagliani ed il Ppe.

Continua a giocare di rimessa… anche sul piano delle alleanze.

Se questo Esecutivo vuole rimanere nella storia non deve cercare Azione o renziani vari, ma tagliare con i “moderati” e costruire un fronte sovranista più ampio possibile.

Cara Giorgia… o Trump o Zelensky.

O la pace o la guerra. O l’Italia o Bruxelles. O la Patria o la Von der Leyen.
O Rizzo o Calenda!

Non è più tempo di compromessi o tentennamenti.

C’è una nuova storia da scrivere ed una rivoluzione mondiale in corso…

giovedì 1 maggio 2025

NON Mi HANNO LICENZIATO

(Ancora professore, per sempre studente)


1 Maggio 2025

Si vince, si perde, si lotta.

In questo primo Maggio sento che dobbiamo tornare a costruire lo strumento che ci consente di lottare insieme, una parola che significa "Giustizia Condivisa" ovvero il Sindacato.

Per la pace, per il diritto alla vita e per la vita del diritto.
Per i palestinesi e per gli ebrei perseguitati dal governo israeliano.
Per gli ucraini usati come carne da cannone dall'Unione Europea, dalla Gran Bretagna, dalle mafie finanziarie.
Per le vittime dell'obbligo, dell'obbedienza vaccinale e della defiScienza.
Per gli studenti imbavagliati e detenuti in scatole d'amianto.
Per l'acqua nelle acquasantiere.
Per i prigionieri della rete e per i prigionieri fuori dalla rete, da Alfredo Cospito a Gianni Alemanno.
Per i desaparecidos della psichiatria, come Nuzzo e Gianini.
Per i licenziati come Stefano Putzer.
Per i nostri Marco Di Bernardino e Felice Osio, a cui le aziende non riconoscono i diritti sindacali.
Per i ricattati come tutti, come noi tutti, nella società della sorveglianza e del ricatto globale.

È di ieri la notizia che continuerò ad essere professore.
A partire da Ottobre, la scuola ha chiesto nei miei confronti una serie di sanzioni esemplari, che potevano arrivare fino al licenziamento, motivandole con le nostre lotte sindacali, dal vaccino fino all'amianto e alla Palestina.

Il Sindacato FISI mi ha difeso, e non sono stato licenziato.

L'ultima frontiera è stata il ricorso alla psichiatria, domandando ai medici del lavoro se per le nostre lotte sindacali io fossi mentalmente idoneo all'insegnamento.

Gli psichiatri mi hanno spremuto lungamente e dolorosamente, dovendo infine riconoscere la mia sanità mentale.
Ma forse hanno sbagliato.
Forse occorre essere folli per continuare a lottare, costantemente sorvegliati e ricattati, e noi lo siamo, lo fummo e lo saremo, folli d'amore.

Uniamoci perché la strada è lunga, perché la strada non c'è, perché la strada siamo noi.

Professor Studente Davide Tutino Resistenza Radicale
Sindacato FISI

sabato 26 aprile 2025

FRANCESCO, IL MONDO E LA CHIESA

 

Il profluvio di esaltazioni riguardo a questo pontificato, che è sicuramente uno dei più problematici della storia della Chiesa, rende evidente una cosa sola: che Francesco era totalmente parte del “mondo", quasi una pedina comandata a bacchetta dal potere dominante. Fin dalla scelta del nome, che nessun Pontefice aveva mai osato prendere, si rivelò la sua totale ipocrisia rispetto al cristianesimo: san Francesco fece una rinuncia totale alle ricchezze per sposare “Madonna povertà”, mentre il suo omonimo sul soglio di Pietro mantenne inalterato ogni suo privilegio, anzi peggiorò la situazione, per esempio  azzerando i contributi del Vaticano alle missioni cattoliche. 

C’è da chiedersi come mai i mezzi di comunicazione non diano mai tali notizie, ma la risposta è abbastanza scontata: perché quest’uomo ha detto e fatto ciò che conveniva al “Nuovo ordine mondiale”.

Ma, a dire il vero, la sua condotta è sempre stata chiara, fin da quando, si presentò dal balcone dicendo “buonasera”, invece di “sia lodato Gesù Cristo”, come hanno sempre fatto tutti i Papi appena eletti. E la sua ostilità verso Nostro Signore è sempre stata evidente: spesso i suoi discorsi omettono addirittura di citarlo, come se fosse uno “stupido” (come è stato capace perfino di affermare).

Ciò che più gli stava a cuore era il richiamo al “dovere morale” di accogliere i “migranti” e l’apertura incondizionata alle altre religioni. Nello stesso tempo ha sempre mantenuto una ferocia nell’imporre la sua autorità all’interno della compagine ecclesiale. Questa direi che è una prova lampante della sua appartenenza al "mondo" e della sua assenza di criteri cristiani. 

Adesso i mezzi di comunicazione che vanno per la maggiore cercano in tutti i modi di presentarlo come un “salvatore” dall’oscurantismo cattolico e non citano tutti gli atti e i documenti che hanno messo in confusione moltissimi fedeli. Non citano mai soprattutto le numerose scomuniche che ha inflitto a sacerdoti e vescovi che mettevano in dubbio la sua legittimità. Il fautore dell’apertura lo era in maniera univoca, esclusivamente verso l’esterno, ma verso i suoi sottoposti ha sempre applicato il pugno duro del dittatore assoluto.

E’ veramente unica questa “papolatria” da parte del mondo laico verso quello che avrebbe dovuto essere il Pontefice della Chiesa cattolica, ed è veramente singolare questo accanimento verso tutti coloro che sostengono essere invalida la sua elezione. Bisogna mettere a tacere chi fa determinate affermazioni che potrebbero far crollare tutta la costruzione fittizia intorno a questo cosiddetto ultimo Pontefice. Soprattutto bisogna omettere di dire alcune notizie, come per esempio quella che da oltre due anni a Jorge Mario Bergoglio era impedito di celebrare l’Eucarestia, perché non si trovava il suo certificato di diaconato. Ma se non era diacono questo vuol dire che non era neanche sacerdote e quindi non era nemmeno papa. Da ciò ne consegue che tutte le sue decisioni, comprese le nomine dei cardinali, sono invalide. Questo comporterebbe un terremoto nell’attuale Chiesa cattolica di tale gravità, che nessuno ha il coraggio di sollevare la questione. Sarebbe invalido in partenza il Conclave che dovrebbe eleggere il nuovo papa. E che dire della notizia che Bergoglio ha rifiutato di ricevere l’Estrema Unzione? Qualcuno ha cercato di appurare se sia vera oppure no?

Si potrebbe continuare all’infinito, citando atti e fatti di questi ultimi dodici anni, ma a me interessa dire un’altra cosa: paradossalmente questo è un fatto che conferma l’azione dello Spirito Santo. Infatti se dopo tanti anni di tentativi di smantellamento della vera fede cattolica la Chiesa è ancora viva, questo è un miracolo, anzi è il vero miracolo, come ci ricordava il nostro padre Dante. Il vero miracolo, dato dall’azione di Dio, è che anche se vi sono Pastori indegni la Chiesa vada avanti ugualmente. “Non praevalebunt”, le porte dell’inferno non prevarranno sulla forza di Dio, presente nella comunità ecclesiale.

La quale non ha come capo il papa, come talvolta si sente dire: il capo della Chiesa è Gesù Cristo stesso, che l’ha fondata e si è reso presente carnalmente nell’Eucarestia, con il Suo corpo e il Suo sangue.

E la Chiesa è il Corpo di Cristo. Con buona pace di coloro che parlano solo di questioni sociali, come se fosse un’organizzazione caritatevole.

prof. Pietro Marinelli

venerdì 25 aprile 2025

SIAMO ALLO PSICOREATO

 «Francesco l'antipapa», rimosso il Direttore della Giustizia Minorile delle Regioni Emilia Romagna e Marche Antonio Pappalardo


Siamo giunti al punto più liberticida, profetizzato da George Orwell: la punizione di un individuo colpevole di aver commesso uno psicoreato

Mentre guitti come Roberto Benigni al soldo della RAI cantano “la Costituzione più bella del mondo” (definita “la peggiore dei Paesi Occidentali” da Francesco Cossiga), ancora una volta – come già accaduto in tempi pandemici – la ratio legis di una norma costituzionale viene calpestata in danno di un cittadino italiano reo questa volta di avere commesso uno psicoreato. Il Dottor Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia Minorile di Emilia Romagna e Marche, è stato rimosso dal suo incarico da parte del Ministero della Giustizia perché reo di avere esercitato il proprio sacrosanto diritto di pensarla come molti altri (ma non come il mainstream) su una questione estremamente complessa. L'articolo 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Non è un segreto che in molti aderiscano alla tesi secondo la quale Benedetto XVI non avrebbe inteso rinunziare al munus apostolico ma soltanto al ministerium. Esistono libri estremamente seri sul tema, scritti da studiosi che hanno approfondito la tematica e portato prove a sostegno della tesi esposta. Ciò nonostante, quando Antonio Pappalardo ha commentato sul canale Telegram  Logos et Libertas che Bergoglio era l'antipapa e un usurpatore (e che per questo meritava una pena giusta), si è scatenato il finimondo, la lapidazione mediatica, le solite accuse infamanti (no-vax, contrario alle migrazioni, ai diritti Lgbtq+ e alle politiche dell’Ue e dell'OMS) e in men che non si dica il Ministero della Giustizia lo ha sollevato dall'incarico.
Lo psicoreato (thoughtcrime in lingua inglese, crimethink in neolingua) è la denominazione che George Orwell, nel suo romanzo 1984, dà al più pervasivo strumento repressivo delle istituzioni totalitarie. Commette uno psicoreato chiunque contrasti le teorie del Grande Fratello. Il Grande Fratello non tollera il dissenso. Non importa se la tesi sostenuta sia avvalorata da studi scientifici. Meno ancora importa se la tesi sostenuta sia oggettivamente e incontrovertibilmente vera: lo psicocriminale va punito.
Oggi è toccato al Dottor Antonio Pappalardo, domani potrebbe toccare ad Antonio Socci o ad Alessandro Barbero, rei di psicoreati.
Rischia molto il Professor Barbero, che in un video che circola (senza tagli o censure) paragona il nostro tempo agli anni immediatamente precedenti la Prima Guerra Mondiale e avverte che il riarmo nel Secolo scorso non portò a maggior sicurezza, ma direttamente alla guerra. In sintesi, il riarmo porta alla guerra, la guerra non è pace, e – checché ne pensino le Signore von der Leyen e Kallas – sarebbe il caso di considerare che la convivenza pacifica si fonda sul rispetto reciproco, non sulla deterrenza armata.
Io sono d'accordo al 100% col Dottor Antonio Pappalardo, ma anche se non lo fossi sarei pronto a difenderlo per affermare l'importanza nel diritto costituzionale dell'Art. 21.
Purtroppo, bastardi liberticidi ricoprono incarichi apicali e fanno della nostra Costituzione, dei nostri diritti fondamentali, carta straccia, perché temono il dissenso. E le pecore li venerano, in gregge credono a tutte le balle propinate per mantenerle docili, asservite.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 25 aprile 2025

martedì 15 aprile 2025

GRAN BRETAGNA E UNITA' D'ITALIA

 Ha fatto molto scalpore la dichiarazione dell’attuale re d’Inghilterra, Carlo III, a proposito della formazione dell’Italia come Stato unitario. Il sovrano britannico, che notoriamente non brilla per intelligenza e neanche per tatto politico, ha tenuto un discorso mieloso e generico nell’aula di Montecitorio, davanti a quelli che evidentemente considerava uguali a propri sudditi. 

Tra le banalità pronunciate egli ha candidamente ammesso che la Gran Bretagna sostenne la spedizione dei Mille, inviando due navi che scortarono Garibaldi nello sbarco in Sicilia. Non solo, ma ha esaltato Garibaldi, raccontando che 500.000 persone scesero a Londra per vederlo e che fu ideato un biscotto con il suo nome, massimo onore che possa attribuire il popolo britannico. E ha pure detto che Cavour e Mazzini trascorsero del tempo in Inghilterra. Poi ha citato la "Lombard Street" per dare il "contentino" per far capire la presenza dei banchieri italiani a Londra.

C’è da rimanere basiti per la spudoratezza con la quale il sovrano del Regno Unito tratta la storia e il popolo italiano. Ma ancor più c’è da rimanere perplessi dalla sottomissione con la quale i politici italiani accettano tali affermazioni senza battere ciglio, anzi battendo le mani.

Tanto per cominciare, l’ingerenza della Gran Bretagna nelle faccende italiane, che sappiamo da sempre, non si limitò al sostegno navale per la spedizione dei Mille. Qualcuno infatti mi deve spiegare come l’eroe dei due mondi riuscì a conquistare, con un manipolo arraffazzonato di un migliaio di uomini, il Regno delle Due Sicilie, che aveva un esercito di 100.000 uomini. Ci sono molte cose che non quadrano e il totale cedimento delle armate di tale Regno può essere avvenuto solo in modo occulto rispetto a quanto racconta la vulgata dominante. E’ molto probabile che i generali borbonici siano stati corrotti dal denaro o dall’oro che Garibaldi aveva ricevuto dalla Gran Bretagna. E’ molto probabile che Mazzini e Cavour appartenessero o fossero affiliati alla massoneria britannica.

Se questo è vero è come dire che l’Italia unita fu una creazione di quella che Gabriele D’Annunzio chiamava la “Perfida Albione”, che ha sempre avuto l'obiettivo di demolire la sovranità degli Stati italiani e di creare un’entità a sé dipendente.

Altro piccolo particolare, che riguarda il rapporto tra l'Isola britannica e la penisola italiana: Re Carlo III ha omesso di parlare di ciò che accadde verso la metà del Trecento.  L'insolvenza della Gran Bretagna, finanziata dai Bardi e dai Peruzzi, che erano le banche più grandi d’Europa, ne provocò il fallimento. Le due banche toscane avevano finanziato le campagne di guerra britanniche e il mancato pagamento  da parte dell'Inghilterra (si parla di un milione di fiorini, una cifra colossale per quei tempi) fu il fattore detonante per il crollo finanziario di tutto il sistema bancario di Firenze. 

Questa crisi, che gli storici minimizzano per non dare alla Gran Bretagna le sue reali responsabilità, fu la causa del tramonto della floridezza economica della città di Firenze, che allora, con i suoi trecentomila abitanti, era la città più grande e più ricca d’Europa.

Ma questi sono i due fatti storici lontani più eclatanti. Ce ne sarebbero molti altri. Come non ricordare, tanto per fare un esempio, in tempi a noi più vicini, il comportamento che la corona britannica ebbe nel 1992, quando la regina Elisabetta II invitò sul panfilo “Britannia” politici e industriali italiani? E dove fu deciso lo smantellamento del sistema delle partecipazioni statali italiane, dalle controllate IRI all’ENI, la Finmeccanica e quant’altro, che erano efficientissime e avevano prodotto il miracolo economico italiano?

E vi ricordate chi tenne il discorso inaugurale su quel panfilo, sul quale c’erano Ciampi, Andreatta e compagnia bella, ma anche Beppe Grillo ed Emma Bonino?

L’allora ministro del tesoro Mario Draghi.

lunedì 31 marzo 2025

MA CHE GOVERNO E' QUESTO?

Non è solo l'ignoranza e l'incompetenza di molti suoi componenti, ormai assurti al barzellettismo e a caricature da cabaret, che lo caratterizza.

Che governo è un governo privo di sovranità e meno ancora di autorità morale? Che è privo del senso dell'etica e anche dell'estetica? Un governo sostenuto da una "classe politica"(si fa per dire) squalificata. Un governo che vede suoi componenti e parlamentari di maggioranza più presenti nelle aule giudiziarie che in quelle parlamentari.

Che governo è un governo servo dello straniero e che serve interessi stranieri? Che "schiavo d'altrui si rende ".  È un governo quello che disattende primordiali istanze sociali, che non si cura dei poveri e dei più deboli? È un governo quello che taglia fondi alla sanità, alla istruzione e alla sicurezza pubblica e privata per destinarli agli armamenti? Che espone lo Stato ad una guerra distruttiva?

Che governo è un governo che si rende complice e servo di banche, multinazionali, lobby affaristiche e inconfessabili interessi stranieri? È un governo quello che favorisce parenti, amici, complici e "clienti"?

E che governo è un governo che ha tradito ogni impegno elettorale e "programmatico", che ha tradito i suoi stessi elettori, ed è unicamente preoccupato di rimanere in carica per progredire in una inammissibile "carriera" politica dei suoi componenti, e per proseguire a godere di immeritati privilegi personali? Un governo che non ha orgoglio e non conosce la nobiltà delle dimissioni e dunque il senso politico della sfida, non è un governo ma un comitato d'affari.

Un governo che sa di rimanere in carica sol perché ogni altro diverso governo sarebbe peggio, non ha il senso della dignità e della vergogna. È un governo che offende se stesso. E neppure lo hanno coloro (suoi elettori o meno)che lo accettano perché ritengono che ogni altro governo sarebbe peggiore. O meno funzionale ai loro interessi clientelari.

Augusto Sinagra

VIVA IL PAPA, LA CHIESA E' VIVA

                                                                La prima considerazione che mi viene da fare subito dopo l'elezione del ...