martedì 30 luglio 2024

CARDINAL ZUPPI E GIPPONI FILM FESTIVAL

 

Generalmente non parlo delle questioni interne alla Chiesa cattolica, perché credo che essa non debba essere il “luogo del pettegolezzo”.  Questa frase la disse il professore che mi suscitò l’interesse per il cristianesimo, proponendomi un’esperienza che rispondeva alle mie domande sul senso della vita.  Ed è una frase che tengo sempre presente, soprattutto adesso, che chiunque si sente in grado di dare giudizi “ultimativi” sulla situazione in cui versa il popolo di Dio e soprattutto sui suoi pastori.

Siamo però in un frangente molto pericoloso, in quanto coloro che dovrebbero condurre il gregge dei fedeli appaiono notevolmente confusi. Sembra che la loro preoccupazione sia più quella di “piacere alla gente” dicendo ciò che vuole sentirsi dire, piuttosto che di richiamarla alla verità delle cose.

Tanto per essere chiari, non mi sembra di aver sentito alcun pronunciamento contro la farsa blasfema dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi né da parte di Papa Francesco né tantomeno da parte del Cardinal Zuppi. Il quale invece si è lanciato ultimamente in una serie di affermazioni “queer”, al Giffoni film festival, che lasciano alquanto perplessi.

Nella Chiesa ci “devono” stare tutti? Semmai nella Chiesa ci “possono” stare tutti, non che per forza facciano parte della Chiesa tutte le persone. La Chiesa ha sempre accettato e rispettato le persone, mentre ha sempre stigmatizzato le ideologie- Diceva Chesterton (già, mai chi era costui di fronte ai “maitre a penser” di oggi?) che il mondo attuale rispetta tollera tute le idee e ammazza le persone, mentre si dovrebbe tollerare tutte le persone e ammazzare le idee. Perché non sono le persone ad esser sbagliate, bensì le scelte ideologiche e questa delle idee queer è una ideologia bella e buona (o meglio, né bella né buona).

Nella Chiesa ci “devono” stare tutti? Anche gli atei? Anche gli eretici? Oddio, se dovessimo escludere queste categorie non so quanti vescovi e cardinali rimarrebbero, compreso il Papa.  Ma insomma, anche quelli che coscientemente vanno contro la volontà di Dio e affermano una propria morale?

A questo punto vorrei rivolgere una domanda al cardinal Zuppi: “Eminenza reverendissima, che cos’è la Chiesa? E’un coacervo di individui ciascuno dei quali pensa e agisce come gli pare? Tanto l’importante è “volersi bene”? Anzi, per voler bene non è neanche necessario credere in Dio?”

Non mi azzardo a citare Gesù Cristo, che come al solito non viene nemmeno nominato (evidentemente non è opportuno essere “divisivi”, creando imbarazzo nel “mondo queer”).

Talvolta ho l’impressione che queste alte gerarchie della Chiesa cattolica abbiano bisogno di riprendere in mano i fondamenti della fede e l’essenza del cristianesimo. Infatti, se uno cita come “auctoritas”, la grande intellettuale “queer” della quale scandisce nome e cognome, forse dovrebbe cominciare a chiedersi chi è e quale ruolo riveste.

E magari rileggere (o, meglio, leggere per la prima volta) quei vetusti autori che hanno scritto bazzecole ormai del tutto superate dai tempi, come Agostino e Tommaso d’Aquino, giusto per fare due nomi a caso.

Concludo citando il nostro grande padre Dante (mi scusino gli eccelsi intellettuali alla moda), il quale sosteneva, come è nella tradizione cristiana, che il più grande miracolo è che la Chiesa esista ancora dopo tanti anni. Chi crede infatti in Osiride, oggi? O in Zarathustra? O (ops) in Dioniso?

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