Siamo stati inondati delle immagini della rappresentazione blasfema dell’Ultima cena all’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024. Anzitutto devo premettere una considerazione: concordo con chi ritiene non solo inutile, ma addirittura dannoso continuare a far vedere immagini di questo tipo. Infatti, moltiplicando le visualizzazioni dell’obbrobrio per suscitare ribrezzo o scandalo, se ne aumenta la diffusione e si finisce con l’ingigantirne l’importanza; cresce la consistenza di tale provocazione.
Perché di provocazione di tratta, ovviamente:
è l’ennesimo atto di dissacrazione di ciò che sta più a cuore ai cristiani,
cioè la persona e l’azione di Gesù. E il ridicolo tentativo di sminuirne l’obiettivo
non sta in piedi nemmeno una frazione di secondo. Sentirsi dire da uno che ha
lavorato per due anni a tale “messa in scena” che l’ha fatto perché “voleva che
nessuno si sentisse escluso”, dà più l’impressione di uno che si “arrampica
sugli specchi” piuttosto di uno che dice la verità. La motivazione è
evidentemente la messa in ridicolo dell’Ultima cena, la cui versione più famosa
e più bella è quella di Leonardo, nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a
Milano.
A
questo punto uno potrebbe chiedersi: “ma che cosa c’entra l’Ultima cena con le
Olimpiadi”? Perché hanno scelto di iniziare con una evidente denigrazione e
ancor più ridicolizzazione di uno dei capolavori dell’arte cristiana di tutti i
tempi? Anzi, forse il più emblematico, per quanto riguarda la fede cristiana?
Evidentemente,
per quanto possa sembrare paradossale, gli organizzatori di questa sceneggiata hanno
la convinzione che la fede cristiana c’entri con tutto, anche con le Olimpiadi.
La fede coinvolge tutti gli aspetti della vita e forma la mentalità della gente,
per cui essi identificano il cristianesimo come il nemico da distruggere. In
particolare è il cattolicesimo “tradizionale”, la fede cristiana autentica l’obiettivo
dei loro strali dissacratori.
Devo
ammettere che c’è una certa intelligenza nella scelta dell’ultima cena. Ho l’impressione
che chi opera “dietro le quinte” di tale rappresentazione oscena ci abbia pensato
bene. Sembra che ci sia un’intelligenza “diabolica” (forse proprio in senso
letterale). Perché dico ciò?
Perché
questo è un attacco mirato al cuore della fede cristiana e quindi all’essenza
della Chiesa come realtà umana, come “corpo sociale” agente nella storia, nella
quale è presente il divino. Tale realtà non è assimilabile ad alcun potere
mondano, per cui costituisce il vero “pericolo” per chi detiene le “leve del
comando” nel mondo.
Facciamo
un passo indietro: cosa avviene nell’ultima cena? Il momento fissato da
Leonardo è quello dell’istante in cui Gesù pronuncia la frase “uno di voi mi
tradirà” e i discepoli, sconvolti, si chiedono chi sia il traditore o
smentiscono di esserlo. Ma l’ultima cena è soprattutto il momento
dell’istituzione dell’Eucarestia, quando Gesù Cristo si dona totalmente agli
apostoli e decide di darsi fisicamente a loro e di conseguenza a tutti gli
uomini. Decide di continuare ad essere presente in mezzo a noi nella forma
della carne (l’Ostia consacrata) e del sangue (il vino santo).
Nell’Eucarestia
si compie il Mistero dell’Incarnazione: Dio si rende presente in maniera
talmente fisica da essere “mangiato e bevuto” e in tal modo entrare nella carne
di ognuno di noi per darci la vera vita. Questa è una cosa che non è nemmeno
pensabile dalla mente umana: che Dio, incommensurabile e onnipresente, si renda
presente in un pezzo di pane e in un sorso di vino, che l’infinito si
concretizzi in un particolare infimo, non può essere immaginato dall’uomo. Chi
glielo farebbe fare? Perché Dio dovrebbe “rinunciare” alla sua “assolutezza”
per diventare “finito”, cioè “definito” in una piccola parte di materia? E’
talmente assurda questa “scelta di Dio” che non esiste in nessun’altra
religione, anzi quelle successive al cristianesimo l’hanno abolita e sono
ritornate alla concezione di Dio come totalmente diverso dall’uomo,
perfettissimo e incorruttibile e quindi assolutamente irraggiungibile dagli
uomini.
E’
solo nel cristianesimo, e in particolare nel cattolicesimo, che si stabilisce
un contatto tra Dio e l’uomo, in quanto Dio, facendosi uomo, si rende
incontrabile, toccabile, addirittura mangiabile, appunto nell’Eucarestia. E
questo Dio-uomo ha scelto di nascere in una famiglia normalissima, composta da
un padre e una madre, e di vivere la vita delle persone di quel luogo e di quel
tempo esattamente come uno di loro. Non ha fatto alcuna “rivoluzione”, nel
senso che non ha assolutamente azzerato e nemmeno ridotto la tradizione e i
costumi che lo circondavano, bensì li ha portati a compimento, senza
dimenticare nulla di ciò che era stato tramandato. Nemmeno uno iota della legge
andrà perduto: questo è il “motto” che sta alla base del pensiero e dell’azione
dell’Uomo-Dio.
Ma
tornando alla radice della questione, chi glielo ha fatto fare, a Dio, di
diventare un uomo? E di soffrire come nessun altro? E di comunicarsi con il
corpo e il sangue a chiunque lo voglia? Rischiando di essere deriso, denigrato
o addirittura calpestato?
La
risposta è una sola, anch’essa impensabile dalla mente umana; l’amore per
l’uomo, per ogni uomo, per tutti gli uomini da Lui voluti e continuamente
ri-creati. L’essenza di Dio è amore, come ci ricordava Papa Benedetto XVI nella
sua prima enciclica “Deus est caritas”, ed è amore incondizionato, senza
limiti, infinito. Non è solo misericordia per i peccati: non è un pur a e
semplice “copertura” delle colpe commesse dagli uomini; è totale dono di sé
all’altro. D’altronde l’essenza di Dio è amore totale tra le tre Persone, che
si donano continuamente una all’altra. Dio stesso non è un singolo individuo,
bensì una “piccola comunità” di tre persone, che si vogliono talmente bene da
formare una cosa sola.
Don
Giussani diceva: - “Dio” sono tre amici-
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