Ho
visto che il mio articolo sulle Olimpiadi di Parigi e L’ultima cena ha riscosso
un certo successo: evidentemente devo aver toccato un punto sentito acutamente
da tanti. E qual è tale “punctum dolens”? Il fatto che del cristianesimo si può
dire ciò che si vuole, lo si può denigrare, insultare, ridicolizzare anche per
“partito preso”, senza alcuna motivazione effettiva e senza alcun fondamento né
storico né logico.
Siccome
i cristiani non sono violenti come gli islamici, allora possono essere
bistrattati e derisi in ogni modo. In particolare ciò è evidente in Francia,
che si trova ad essere messa a soqquadro dopo ogni affronto al Profeta o al
Corano in una maniera incredibile (sono centinaia le chiese cattoliche devastate
o rovinate in questi ultimi anni). Perfino la cattedrale di Notre Dame, simbolo
della cattolicità francese, è stata incendiata, e non mi si venga a dire che è
stato un corto circuito casuale. Perché poi i musulmani integralisti se la
prendano con i cattolici, questa è una questione interessante da affrontare.
Probabilmente perché non capiscono la distinzione tra sfera religiosa e sfera
civile, che esiste nel cristianesimo, ma non c’è nell’islam. Nel mondo
musulmano non esiste nulla di paragonabile alla Chiesa, cioè ad una realtà
sociale diversa dalla società civile e autonoma rispetto ad essa. Non esistono
i preti, non esiste la gerarchia ecclesiastica, non esiste il Papa, che
peraltro c’è solo nella Chiesa cattolica. I capi religiosi sono semplicemente
degli studiosi e degli esperti del Corano, ma non sacerdoti, anche perché non
esistono neanche i Sacramenti e quindi non c’è l’Ordine Sacro. Allora per i
musulmani l’Occidente e il Cristianesimo sono una cosa sola e qualunque sgarro
fatto da persone occidentali ricade sulla Chiesa cattolica. Come si possa
sostenere ciò anche nell’attuale Francia, questa è una bella questione. Io
credo che solo la non conoscenza della realtà dei Paesi occidentali e una
totale ignoranza del cristianesimo possano giustificare tale posizione.
Basti
vedere appunto la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024:
non solo non c’è alcun riferimento alla fede cristiana, ma vi è sbandierato il
dileggio più sfrenato di tutto ciò che è cattolico, comprese le rappresentazioni
pittoriche. Come si fa ad identificare, adesso, la Francia con “la figlia
primogenita della Chiesa”?
Questa
cerimonia è stata un condensato di tutti i luoghi comuni più beceri del
laicismo occidentale, come manifestazioni grottesche e patetiche, nella loro
virulenza anticattolica. Tra di esse spicca, oltre la rappresentazione blasfema
dell’Ultima cena, anche la farsa sulla Rivoluzione francese. Anche qui si sono
raggiunte vette di cattivo gusto notevoli, con una presa in giro di Maria
Antonietta che reggeva la propria testa mozzata, cantando “Ah, ca ira”, un
refrain caro ai rivoluzionari.
E
che dire del fiume di sangue scaturito in conseguenza di tale evento? Il sangue
viene addirittura esaltato, diventa una fonte di orgoglio nazionale, come
peraltro già nell’inno francese. La Marsigliese, infatti, è una continua
glorificazione della “guerra giusta” contro chi ha il “sangue impuro”, che,
essendo tale, deve scorrere a fiotti e formare dei torrenti insanguinati. Credo
che non esista un altro inno nazionale così sanguinario, violento e guerresco
come la Marsigliese! Per quanto riguarda le parole, ovviamente; la musica
sembra sia stata bellamente “scopiazzata” dal “Tema e variazioni in Do
maggiore” dell’italiano Giovanni Battista Viotti, musicista di corte. La
melodia, ripresa pari pari, fu scritta nel 1781, ossia undici anni prima
dell’attribuzione del 1792.
Ma
la cascata sanguinaria non si fermò a Parigi: con la rivoluzione (che
introdusse la leva militare obbligatoria) fu attuato il primo genocidio
sistematico dell’epoca moderna: quello della Vandea, che si era sollevata in
difesa della fede cristiana. Vogliamo parlare di tolleranza, di inclusione, di
diritti umani? La Rivoluzione francese ha sancito la totale separazione dei
diritti dal rispetto della persona umana: i diritti hanno assunto “vita a sè stante”,
sono stati assolutizzati e sganciati da qualunque riferimento a realtà
concrete, alla cultura della gente, alle tradizioni locali. I diritti dell’uomo
(decisi peraltro da una esigua minoranza proveniente dall’aristocrazia) sono
stati imposti con la forza, con la guerra, con il sangue.
In
questo senso l’attuale ideologia gender e la lobby LGBTQ+ (e chi più ne ha più
ne metta) è un portato diretto della Rivoluzione francese e dell’illuminismo
che ne sta alla base: i diritti hanno preso vita a sé, sono validi
indipendentemente dalle situazioni concrete, dalle persone cui si rivolgono, dalle
culture dei popoli. Vanno imposti “tout court”, perché sono giusti di per sé, “a
prescindere” dalla realtà dei fatti e della gente.
E
lo scopo primario della Rivoluzione francese quale fu? Inutile dirlo:
l’annientamento della Chiesa cattolica. Furono uccisi preti e suore, furono
bruciate chiese e ridotte a magazzini, decapitate le statue dei santi, etc etc.
Avevo letto che i rivoluzionari francesi non avevano distrutto le vetrate della
Chiesa di Notre Dame perché non avrebbero saputo come ricostruirle. Il che,
indirettamente, indica una stima per la tecnologia medievale non da poco.
Ma
la Chiesa continua ancora, non è stata annichilita; continua perché in essa è
presente Uno che ha vinto il mondo e che la sorregge; continua perché non è la
somma delle incoerenze di coloro che ne fanno parte, bensì il luogo della
comunicazione del divino agli uomini. I cristiani resistono, come diceva di san
Paolo: “perseguitati, ma non abbandonati: colpiti, ma non uccisi”.
Vorrei
concludere citando un aneddoto, che non so se sia effettivamente accaduto, ma
rende l’idea: si narra che, durante un colloquio con il cardinal Consalvi,
Segretario di stato, Napoleone abbia detto: “Distruggeremo la Chiesa nel giro
di due anni!”. Il cardinale lo guardò, con aria compassionevole, e rispose: “Ma
se non ci siamo riusciti neanche noi preti in duemila anni!”
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