Ho preso spunto dalla cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Parigi, obbrobriosa, blasfema e quant’altro, ma soprattutto emblematica rappresentazione dello sfacelo in cui siamo caduti.
Siamo ad una
svolta della Storia, dicevo, (vedi
qui) ed è importante comprenderlo, prenderne coscienza e operare di conseguenza. Per
comprendere i problemi attuali dobbiamo partire un po’ da lontano.
Il mondo, oggi,
è diviso tra G7 e BRICS+ . A noi viene mostrato il G7 come massimo organo
economico, politico, e finanziario mondiale. Nessuno dice che ormai il centro
del mondo è altrove e, in particolare, è mosso e indirizzato dai BRICS. Il
Dollaro è in caduta libera e l’Euro è praticamente inesistente.
Da quando, nel
2014, gli USA hanno applicato le sanzioni alla Russia per la Crimea, poi
inasprite con demenziali pacchetti a ripetizione dall’invasione Ucraina del 2022, il mondo ha
scoperto quanto sia fallace finanziarizzare l’economia che è sempre più lontana
sia dalle materie prime che dall’oro e argento come beni rifugio. La Russia e
la Cina ci hanno fatto vedere che con i dollari non si mangia, e tanto meno con
gli Euro.
Gli USA, di
contro, hanno continuato le politiche da potenza dominante attuate dal
dopoguerra, continuando a stampare Dollari per mantenere il proprio benessere ed
esportando inflazione nel resto del mondo.
Un primo stop si
era avuto nel 2008 con lo shock della Lehman che aveva sconvolto le finanze
mondiali. Si era pensato, allora, che la
bolla finanziaria avrebbe portato una maggiore sobrietà mentre, invece, si è
sempre più incrementato l’uso disinvolto dei mercati in due diverse direzioni:
a)
- i
derivati, da parte di finanziarie improbabili ma che godono di buoni e
irrealistici rating;
b)
– la
stampa a ciclo continuo di nuovi Dollari immessi sul mercato da parte della
Federal Reserve USA.
Queste anomalie
erano arrivate al capolinea già nel 2020. La crisi COVID è servita, fra le
altre cose, a coprire questi eccessi inventando la necessità di continuare a
stampare Dollari, (Euro da parte della BCE), per sostenere l’economia messa in
ginocchio dal virus.
Si sperava,
passata la pandemia e finita la ricreazione, che si sarebbe ritornati al buon
senso. Invece niente. La FED continua la stampa a ciclo continuo trasformando
carta straccia in valuta verde che nessuno vuole più.
A questo si
aggiunge un altro fenomeno da baraccone attuato ed amplificato da noi europei e che è bene spiegare sperando di non finire
in tecnicismi difficilmente comprensibili.
Finora il
Dollaro è stato la moneta di riferimento per le transazioni mondiali. Uno
straniero può ottenere dollari attraverso il sistema delle banche
corrispondenti. Ad esempio la nostra banca italiana gestirà il deposito con la
sua corrispondente di New York cambiando in dollari il deposito che qui è
gestito in Euro.
Se chiediamo un
prestito in dollari. E se viene accordato, l’attività in dollari della nostra
banca, pareggia con la passività in dollari a nostro favore. E’ il principio
della partita doppia.
Prima anomalia: con
questo metodo si sono creati dollari senza che il sistema bancario americano
sia stato coinvolto in alcun modo. Cioè si creano, in questo modo, degli
eurodollari che circolano e sono utilizzabili, ma creati al di fuori dei
circuiti finanziari controllati dalla FED.
La seconda
anomalia è ancora più inquietante.
I tassi
interbancari per regolare questi flussi sono FINORA definiti dal LIBOR – London
Inter Bank Offered Rate.
Il LIBOR è un
indice gestito dal BBA (British Banking Association) che sintetizza la media dei tassi per
prestiti tra banche di fondi senza garanzie. In realtà è un indice che un panel
di banche dichiara di adottare quando prende a prestito fondi senza garanzie
specifiche e per periodi brevi, da una notte ad un massimo di 12 mesi.
Gli indici LIBOR
vengono pubblicati in 10 valute diverse (Dollaro USA, Euro, Sterlina, Franco
svizzero, Yen, Dollaro canadese, Dollaro australiano, Dollaro neozelandese,
Corona danese, Corona svedese) e ai LIBOR sono agganciati altri indici, tra cui
l’EURIBOR, utilizzato nelle transazioni tra noi comuni mortali per mutui
bancari, rimborso per carte di credito, prestiti vari alle famiglie ecc.
Anni fa c’era
stato uno scandalo e si era scoperto che l’indice LIBOR era taroccato ad uso e
consumo di un gruppo di banche che lo modificavano a piacimento, fuori dai
canoni ordinari.
La FED ne fu informata già dal 2008 e informò la
Banca d’Inghilterra Né le autorità USA ne quelle inglesi fecero nulla finchè la
Barclays, la seconda banca inglese per asset, venne sorpresa con le mani nella marmellata ed
ha dovuto ammettere la propria responsabilità nel manipolare i LIBOR
patteggiando una multa da 290 milioni di Sterline (all’epoca oltre 450 milioni
di dollari). In realtà sono coinvolte nello scandalo almeno altre 12 banche,
tra cui Deutsche Bank, Citigroup, Icap e UBS.
Sembra che al
LIBOR siano legati più di 800 mila miliardi di dollari (non è un errore di
battitura), in titoli, swaps, prestiti, ecc.
Con questo
meccanismo perverso, anzi con la somma dei due (manipolazione dei tassi e
creazione indebita di moneta) una variazione dei tassi della FED di 0,1 – 0,2%
si riverbera in un aumento del 2 - 4%. Aumenti dell’1 o 2% diventano alla fine
dell’8 – 9% sino ad arrivare, ad esempio nei piani di rimborso delle carte di
credito, anche al 16%.
Questo ha
provocato diverse anomalie tra cui, oltre a privare la FED della reale
possibilità di dettare la politica monetaria sulla propria moneta, anche di
alzare l’inflazione in UE e USA con le manipolazioni londinesi.
Già da tempo la
FED, visto il complice immobilismo di Londra, è corsa ai ripari ed ha creato un
nuovo indice, il SOFR, gestito in proprio e senza interferenze. Da oltre 5 anni
il SOFR è già attivo e sperimentato.
La notizia, che nessuno dice, come se non fosse
importante o, addirittura, come se non esistesse, è che dal 30 settembre di
quest’anno, quindi fra 2 mesi, il LIBOR verrà totalmente abolito e, dopo 50
anni, sparisce.
Questa lunga
spiegazione, di cui chiedo scusa, era indispensabile per comprendere il quadro
visto che la sparizione del LIBOR comporterà uno sconvolgimento epocale che
potrebbe portare al crollo dell’intero sistema creditizio.
Sparito il LIBOR
le banche dovranno utilizzare il SOFR e rientrare dei Dollari (creati
artificialmente) che non hanno e molte banche potrebbero entrare in crisi. Non
è neanche importante fare dei nomi, perché basta che anche una sola banca vada
in default per innescare un effetto domino che farà crollare tutto.
I contratti
superiori a 6 mesi sono già stati cancellati da oltre un anno e dal 30
settembre anche quelli entro i 6 mesi,
finiranno. La FED stima che ancora oggi il giro di dollari sottostanti a questo
meccanismo valga almeno 74.000 miliardi di dollari con banche inglesi e
francesi a fare la parte del leone e dovranno rientrare delle esposizioni
create artificialmente.
Ricordiamo, per
chi pensasse che evochiamo terremoti a sproposito, che l’ultima volta che una
grande banca dovette regolarizzare in emergenza le proprie posizioni in
dollari, la UBS subito dopo la crisi subprime, la Svizzera dovette rinunciare
al proprio segreto bancario, come segno di buona volontà, prima di poter autorizzare
il salvataggio della banca.
Il problema
potrà coinvolgere interi paesi in eventuale deficit commerciale che dovessero
chiedere dollari per comperare beni (energia, cibo, fertilizzanti, tecnologia)
e non potranno più rivolgersi alle proprie banche. Devono vendere la propria
valuta per acquistare dollari oppure rivolgersi alla FED.
E’ quanto è già
accaduto in Italia dopo la famosa crisi dei subprime. L’Italia era in deficit e
venne chiamato Mario Monti per strozzare i nostri consumi e riequilibrare la
bilancia commerciale italiana per mettere in sicurezza l’intera Unione Europea.
Anni dopo era stato lo stesso Monti, in una intervista alla CNN, a rivendicare
compiaciuto di aver completato la missione con esito positivo: aveva devastato
l’intera nazione e distrutto la domanda interna italiana (e ancora ne sentiamo
le conseguenze), ma con questo l’intera UE era stata salvata dalla necessità di
comperare dollari per rimanere in piedi.
Oggi noi, anche
se abbiamo molti atri guai, siamo in leggero surplus commerciale, come anche la
Germania. La Francia, invece, è sull’orlo del baratro, non è disposta a fare
sacrifici, è senza governo e nel pieno caos istituzionale. Quando, e se, il
nuovo governo si insedierà a Parigi sarà a trazione sinistra, ancora meno
disponibile a sacrifici, quindi determinata a continuare a fare la cicala oltre
le proprie possibilità.
Anche
l’Inghilterra, benchè senza il vincolo dell’Euro e fuori dalla UE, è in guai
analoghi.
Con la Francia
che necessita di liquidità e in forte deficit commerciale, la Germania non è
certo disponibile ad allargare i cordoni della propria borsa. L’approccio tedesco è sempre stato di lotta
feroce all’inflazione e al deficit di bilancio e se la zona euro dovesse andare
in default non è disponibile a vender Euro per comperare dollari e pagare le
bollette e gli eccessi altrui, in primis dei francesi.
La Francia del
resto è da tempo in una spirale
involutiva che la sta trascinando in un abisso senza fondo.
Dal 2013, cioè
dalla prima crisi del Mali, dove le truppe francesi furono costrette ad un intervento
diretto, le rivolte nelle ex colonie francesi si sono ampliate e ora tutta la striscia del
Sahel, dal golfo persico all’Atlantico, cioè dal Sudan al Senegal ed alla
Guinea, ha subìto cambi di regime che
hanno eliminato le vecchie dinastie fantoccio sostenute sottobanco da francesi
e USA ed ora sono retti da militari più vicini alla Russia ed alla Cina che
all’occidente. Lo stesso Franco CFA, la valuta utilizzata in Africa ma gestita
da Parigi che ha nei suoi forzieri l’oro africano come riserva e che si fa
profumatamente pagare per la gestione pelosa, è in crisi e, in larga parte, non
viene più utilizzato. Sono stati rivisti tutti i contratti capestro di
fornitura di materie prime, compreso l’uranio indispensabile alle centrali nucleari
francesi.
La Francia
inizia ad accorgersi che non ha più un impero, proprio come i dirimpettai al di
la della Manica, cioè nel Regno Unito, con oltre un secolo di ritardo.
Entrambi,
Francia e Regno Unito, si sono finora comportati come se i due imperi esistessero
ancora e, quando la realtà contraddiceva i sogni, occorreva cambiare la realtà.
Finora lo hanno fatto per strade differenti, ma per raggiungere il medesimo
obiettivo.
La Francia ha
utilizzato governi fantoccio nelle ex colonie africane con assassinii
eccellenti di Presidenti contrari o
dubbiosi, con sommosse e guerriglie finanziate sottobanco, con pressioni
economiche e finanziarie. La Gran Bretagna si è mossa, invece, con più
discrezione, tramite i servizi segreti (MI5 e ancora di più con MI6, i servizi
militari), destabilizzando ed operando a livello economico e finanziario.
Con la fine del
LIBOR le banche europee non avranno più alcun incentivo a presidiare la piazza
di Londra per essere parte del LIBOR panel, anzi, sarà bene stare un po’
lontani da quei siti e il Regno Unito perderà molte delle sue leve per
manipolare il mondo .
La Germania, se
fosse messa alle strette, potrebbe anche decidere di uscire dall’Euro e tornare
al Marco.
Solo un nuovo e
potente shock esterno, come 4 anni fa con il COVID, potrebbe giustificare
interventi di salvataggio al momento improbabili. Non è un caso che Francia e
Inghilterra sono i due Paesi che stanno cercando in tutti i modi di provocare
la Russia per allargare il conflitto ucraino, invece di lavorare per trattative
e ipotesi di pacificazione. Solo una economia di guerra, che al momento gli
stessi USA non vogliono, potrebbe aprire spiragli e far arrivare i dollari dalla
FED, con gli USA che hanno i loro problemi a fronteggiare la de-dollarizzazione
indotta dai BRICS ed a far rientrare a casa i dollari stampati in eccesso.
Entrambe le due
guerre mondiali che hanno insanguinato il XX secolo sono state innescate da
pretese e richieste che potevano essere facilmente negoziabili senza arrivare
alla due catastrofi planetarie.
Anche adesso
sembra che l’intento sia di marciare verso la guerra, sapendo di non poterla
vincere ma invocando, poi, la cavalleria USA, come nei due conflitti mondiali, a salvare i promotori del conflitto stesso.
Ma anche da
questa angolazione il panorama è profondamente cambiato. Gli USA non hanno più
i primati tecnologici, industriali ed economici del passato. Cina e Russia sono
molto più avanti degli USA in molti campi, ad iniziare da quello degli
armamenti. La de-dollarizzazione cavalcante ha fortemente minato le stesse basi
economiche USA. I BRICS contano molto più dei Paesi del G7, anche se ce lo
nascondono, e sempre più conteranno in futuro.
Trump, se gli
permetteranno di vincere a novembre, vuole pensare al benessere della propria
gente, prima di supportare i capricci europei, cioè il benessere di inglesi e
francesi che continuano a vivere ed operare come se i trascorsi imperi
esistessero ancora.
Questo si
innesta in valutazioni di respiro ancora più ampio che dobbiamo vedere a parte.
Enzo Fedele
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