domenica 29 settembre 2024

ISRAELE ED HEZBOLLAH

 Per eliminare il capo di Hezbollah (al momento non si sa se l'obiettivo sia stato raggiunto) Israele ha bombardato un quartiere di Beirut. Sette o otto palazzi di dieci piani sono stati rasi al suolo. Non si tratta, del resto, di una novità. L'esercito israeliano ci ha abituato ad imprese del genere. 

Quante persone sono state uccise? Trecento? Cinquecento? Mille? Probabilmente non lo sapremo mai. I nostri giornali sono troppo impegnati a parlare di calcio, dell'amante di Sangiuliano e di altri pettegolezzi. Nessuno chiederà a Saviano , a Paolo Giordano, a Emanuele Trevi, a Michele Serra, a Federico Rampini, a tutti quegli intellettuali in servizio permanente presso le televisioni e le gazzette di condannare quanto accaduto. Questi signori hanno esaurito il loro sdegno nel gettare letame sui renitenti al vaccino e sugli amici di Putin. 

Nessuno chiederà a Liliana Segre di prendere le distanze dai crimini dello stato di Israele. 

E allora, una buona volta è venuto il momento di dirlo: i più spregevoli responsabili delle enormità che avvengono sotto i nostri occhi non sono i governanti israeliani ma quei giornalisti e quegli intellettuali che col loro silenzio le rendono possibili.


Silvio Dalla Torre

venerdì 27 settembre 2024

FESTIVAL "LA NOSTRA VOCE"


Ieri, 26 settembre 2024, si è tenuto a Milano, in via Italo Svevo 3, nel Giardino comunitario “Milano green way”, il Festival “la nostra voce”. L’occasione era il ventesimo anniversario della Cooperativa OPERA in FIORE e il decimo di OFFICINA dell’ABITARE, cooperative sociali.

 L’evento è stato pensato come festa di tutto il giorno, con i padiglioni la mattina e gli interventi-testimonianze il pomeriggio dalle 17.00 in poi, per poi concludere con la cena insieme e canti e balli popolari di intrattenimento. Il tutto si è svolto sotto la tensostruttura, costruita per un matrimonio e mantenuta per tale evento, con l’idea di “riciclare” strutture già esistenti. Che hanno permesso ai partecipanti di non bagnarsi, peraltro!  

La manifestazione ha visto l’intervento della presidente di Opera in fiore, Federica Dellacasa e della presidente di Officina dell’abitare, Elisabetta Ponzone, che hanno raccontato la loro attività, finalizzata a creare lavoro per persone in gravi difficoltà, o perché detenute o perché disabili, in quanto “a ciascuno deve essere data una seconda opportunità”. Poi è intervenuto l’assessore Guido Bardelli, che ha ricordato l’obiettivo dell’inclusività che la città di Milano deve darsi e tanti altri. Vi sono state anche alcune brevi testimonianze di detenuti sull’utilità recata dal lavoro che è stato loro offerto.

Vi erano anche alcuni banchetti espositivi di organizzazioni “equo-solidali”, tra cui quella del caffè del Congo, portata avanti da Antonio e Giacomo Spano’, per la quale io avevo deciso di aderire al Festival. Questa attività mi è sembrata particolarmente significativa. In quanto il caffè viene prodotto in zone di guerra (ci sono 120 gruppi armati nella zona) e diventa un simbolo di riscatto e di indipendenza, in zone nelle quali non è assolutamente scontato che lo sia. 

La loro organizzazione la si può conoscere al sito www.makedagreencoffee.com Io credo infatti che il vero aiuto che si può dare alle popolazioni in grave difficoltà sia quello di renderle autonome dal punto di vista economico. Per tale ragione trovo molto adatto intraprendere attività che, partendo dalle risorse locali, diano luogo a creazione di ricchezza per tutti, sia per chi lavora sul posto (ad esempio in Africa) sia per chi distribuisce il prodotto in Europa. Il vero sostegno non è, a mio parere, nel favorire l’emigrazione, bensì l’aiuto a costruire imprese e dare lavoro nel proprio Paese. A questo proposito mi viene in mente un proverbio inglese: “Se tu dai un pesce ad un uomo lo sfami per un giorno; se gli insegni a pescare lo sfami per tutta la vita".



domenica 22 settembre 2024

GLI ATTENTATI ISRAELIANI IN LIBANO

 Di corsa verso lo Stato bugiardo e terrorista. Gli attentati israeliani in Libano

Le migliaia di attentati terroristici con pager (cercapersone) e radio portatili esplosi in Libano sono davvero un’inaudita e geniale “operazione chirurgica” che ha colpito “membri di Hezbollah”, un po’ come a Gaza il bombardamento degli ospedali colpisce i “terroristi di Hamas”? C’è qualche ragione per dubitarne.

La prima è che Israele e gli Stati Uniti (questi ultimi in forma sensibilmente attenuata) godono di immunità mediatica che consente loro di perpetrare qualsiasi violenza animalesca giustificandola ex post con etichette infamanti: “terroristi”, “criminali”, “antisemiti” e via dicendo.

Sia chiaro: le organizzazioni terroristiche esistono, come però esistono plessi partitici occidentali che agiscono come terroristi. Possibile che i “nostri” colpiscano sempre e soltanto terroristi dell’altra sponda? In Italia si discute settimane con toni indignati per una tresca fra un ministro e una dama di compagnia, mentre si tace sulle pile di cadaveri di Gaza, esprimendo anzi velato compiacimento quando vengono commesse pericolose violazioni internazionali come gli attentati terroristici in Libano e Iran.

La seconda è di ordine tecnico. Tel Aviv, grazie a sgravi fiscali e Free Trade Zone, è un importantissimo hub internazionale di smistamento di tecnologia. Basta un container di device come pager e radio (merce tutt’altro che sofisticata) manomessi per dotarli di microgrammi di Semtex capaci di farli esplodere con impulsi radio ad onde corte – altra tecnologia vecchia come il cucco. Basta poi triangolare o addirittura falsificare i documenti di trasporto per far entrare in Libano la merce sofisticata.

Il combinato disposto dei due fattori dà come esito il colpire del tutto a caso civili innocenti – forse membri di Hezbollah, forse no – dichiarando poi che si tratta di pericolosi terroristi. Il problema maggiore a questo punto è la straordinaria piaggeria che mostrano i governi occidentali succubi di questi delinquenti, e l’infame sussiego mostrato dai media nostrani, così meravigliati e intimoriti dal “genio” israeliano.

Credo, e soprattutto spero, che questo rozzo contrabbando di stupidità criminale e ipocrita abbia fatto il suo tempo. Una civiltà che pensi e affermi se stessa come “superiore”non può e non deve abbassarsi a queste barbarie. Ma l’Occidente ha smarrito la fede e la ragione: non bisogna allora stupirsi di tanta vile crudeltà.

sabato 21 settembre 2024

CHI VUOLE LA GUERRA AD OLTRANZA?

 

Il Parlamento europeo ha approvato, due giorni fa, una risoluzione dal seguente contenuto: “L’UCRAINA DEVE ESSERE IN GRADO DI COLPIRE OBIETTIVI MILITARI LEGITTIMI IN RUSSIA”

 

Tale decisione viene motivata dalla necessità dell’Ucraina di difendersi pienamente e critica la diminuzione degli aiuti militari bilaterali da parte dei Paesi UE allo Stato in questione. Si richiede inoltre di aggravare le sanzioni contro la Russia e i suoi alleati e si pone come condizione essenziale per qualsiasi soluzione pacifica l’individuazione dei crimini di guerra e le riparazioni da parte russa. 

 

Inoltre (messo in evidenza in grassetto sullo stesso sito):

 

“I deputati chiedono ai Paesi dell'UE di eliminare le restrizioni che impediscono all'Ucraina di utilizzare i sistemi di armamento occidentali contro obiettivi militari legittimi in Russia”.

 

E poi viene fornita una dettagliata spiegazione di tale risoluzione (copio integralmente):

“Nella risoluzione, non vincolante, adottata giovedì con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni, si afferma che senza l'abolizione delle attuali restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali, l'Ucraina non può esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa e rimane esposta ad attacchi contro la popolazione e le infrastrutture.

Il Parlamento sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l'impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte dei Paesi dell'UE. I deputati ribadiscono l'invito agli Stati membri a rispettare l'impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all'Ucraina e ad accelerare la consegna di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili TAURUS.

Ribadiscono inoltre la loro posizione secondo cui tutti i Paesi UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire all'Ucraina un sostegno militare annuale non inferiore allo 0,25% del loro PIL.

Le sanzioni dell'UE devono essere mantenute ed estese

Nella risoluzione si chiede agli Stati membri di mantenere ed estendere la politica di sanzioni UE contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all'UE che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso. I deputati condannano il recente trasferimento di missili balistici dall'Iran alla Russia e chiedono un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran e la Corea del Nord per il loro coinvolgimento nel sostegno alla guerra della Russia contro l'Ucraina. Inoltre, auspicano l'aggiunta di un maggior numero di individui ed entità cinesi all'elenco delle sanzioni dell'UE, nonché misure più severe per affrontare sistematicamente la questione dell'elusione delle sanzioni da parte di società con sede nell'UE, di terzi e di Paesi non UE.

Confiscare i beni statali russi per risarcire l'Ucraina

Pur invitando l'UE e i suoi Stati membri a lavorare attivamente per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l'Ucraina e individuare una soluzione pacifica alla guerra, i deputati affermano che qualsiasi risoluzione del conflitto deve basarsi sul pieno rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Ritengono inoltre che la responsabilità per i crimini di guerra russi e i risarcimenti e altri pagamenti da parte di Mosca siano aspetti essenziali di qualsiasi soluzione. A tal fine, i deputati chiedono all'UE e ai partner che condividono la stessa posizione di stabilire un regime giuridico per la confisca dei beni statali russi congelati dall'UE come parte degli sforzi per compensare l'Ucraina per gli ingenti danni subiti”.

Ho ritenuto sufficiente la ricopiatura pura e semplice di quanto scritto sul sito dell’UE, in quanto credo che si commenti da sé.

lunedì 16 settembre 2024

IL PAPOCCHIO DELLE RELIGIONI

 

  L’altro giorno mi sono imbattuto in un vicino di casa e, non so perché, ci siamo messi a discutere. L’argomento è passato, anche qui non ricordo come, alle questioni di fede. Lui dice: “Ma certo, tutte le religioni dicono la stessa cosa”. “Ah si?”  faccio io; “E quale sarebbe?”. “Ama il tuo prossimo come te stesso”. “Davvero tutte le religioni dicono questo?” “Naturalmente”, insiste lui. “Anche il buddismo parla di compassione”. Io osservo: “La compassione non è l’amore”. Vorrei continuare, ma lui riceve una telefonata e la discussione finisce lì. 

Mi rendo conto che comunque non sarebbe servito a molto prolungarla, in quanto fin dall’inizio il tipo aveva dimostrato una posizione preconcetta. Dire infatti che tutte le religioni dicono la stessa cosa è una affermazione aprioristica. Il problema è che purtroppo nei rapporti con la stragrande maggioranza delle persone ormai ci si butta addosso grandi luoghi comuni, per di più tratti da un banale relativismo e senza alcuna ragione effettiva.

La cosa mi dà alquanto fastidio, essendo io laureato anche in teologia, in quanto ho sostenuto ben 35 esami presso l’Istituto di Scienze Religiose di Milano e ho studiato in maniera approfondita i testi di Mons. Luigi Giussani, soprattutto quelli della trilogia (“Il Senso Religioso”, “All’origine della pretesa cristiana” e “Perché la Chiesa”, tomo I e tomo II).

Avrei voluto dire a quell’uomo che la frase “Amerai il tuo prossimo come te stesso”, pronunciata da Gesù quando gli chiedono di riassumere il contenuto della legge, è in realtà una frase del Levitico. Gesù Cristo non “inventa” nulla di nuovo, ma dà il significato vero alle Sacre Scritture. Infatti anche il primo dei due comandamenti con i quali condensa i precetti dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo non è altro che la professione di fede, lo “Shemà Israel”. “Ascolta, Israele, il Signore, tuo Dio, è uno solo.” “Amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente”. Gesù Cristo porta a compimento la professione di fede ebraica, rendendola perfetta. Tanto è vero che lo scriba che lo aveva interrogato gli esprime la sua stima per la risposta geniale, e lui ribatte: “Non sei lontano dal Regno di Dio”. Dopodiché il Vangelo aggiunge: “E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”.

Sfido io! Come si può avvicinarsi ad un uomo che sa spiegare l’essenza delle cose in un modo così profondo e nello stesso semplice? E che capisce il cuore dell’uomo in maniera così totale e definitiva?

Basterebbero perciò queste poche frasi (e basterebbe una lettura del Vangelo seria) per comprendere l’abissale differenza tra l’ebraismo-cristianesimo e tutte le altre religioni. Perché dico “ebraismo-cristianesimo”? Perché tutta la vita e l’annuncio di Gesù Cristo non sono altro che un “completare” la storia della salvezza iniziata con Abramo e continuata con Mosè e i profeti.

Basterebbe considerare come uno ha vissuto e ha dato la sua vita, soffrendo e immolandosi per la salvezza dell’umanità. Altri fondatori di religioni invece cosa hanno fatto? Uno si è arricchito con il patrimonio della vedova che aveva sposato e ha organizzato e diretto personalmente diciotto guerre (per non contare le circa cento razzie). Un altro, vissuto negli agi fino a trent’anni circa, uscendo dal suo palazzo, si accorge dei problemi dell’uomo e vuole risolverli, sostenendo di aver trovato la via per farlo, peraltro da solo, senza neanche porsi il problema di Dio. Ma di che cosa stiamo parlando? Le religioni sarebbero tutte uguali?

Forse ciò che è uguale è l’abissale ignoranza, a tutti i livelli e in tutte le culture, che si ha di esse.

martedì 10 settembre 2024

CERCASI ITALIANI

 

Incontro per caso una mia conoscente, che mi chiede “Dove ha passato le vacanze?” Io rispondo: “Acasto”. “Ah sì?” dice stupita la donna “E dove si trova?”  “In provincia di Acaresto” aggiungo io. Poi, accortomi che probabilmente non aveva capito, spiego: “Acasto non è una città della Giordania o della Siria: significa, in milanese. <Sto a ca’> <Resto a casa> e allo stesso tempo in napoletano <Acca’ sto> <Resto qui>. 

“Sono rimasto a Milano, perché sono come san Benedetto; amo la stabilitas loci, con la quale il grande santo costruì l’Europa”. E vado avanti: “Credo che adesso ci sia bisogno di rimanere fermi nel proprio luogo e di ricostruire il tessuto sociale, perciò io sto fisso nel mio luogo e lascio che il mondo giri attorno a me”. Per farmi capire meglio faccio degli esempi concreti: “In questo periodo ho ospitato dei miei amici del Camerun, e adesso ho degli ospiti dal Nepal, venuti per una fiera”. “Credo che non sia positivo questo continuo spostarsi, questa compulsiva necessità di emigrare per stare meglio, per avere migliori condizioni economiche”. 

E ancora: “I giovani italiani che emigrano lo fanno non per bisogno, bensì proprio per scelta di andare a vivere in un Paese nel quale il costo della vita sia più conveniente, in quanto si guadagna di più” Lei ribatte: “Ma come si fa a vivere a Milano con 1.200 euro al mese?”. “Non si può dipendere sempre dai genitori!”. Io osservo: “Io sono rimasto a casa dei miei fino a trent’anni: è vero che lavoravo, ma non avevo uno stipendio tale da permettermi di vivere da solo”. Lei insiste: “Ma un giovane, che io conosco, che si sente offrire uno stipendio di 4.000 euro, come fa a non accettare?”. E io, di ricalzo: “Io non posso giudicare il caso concreto, dico solo che spesso tale scelta non è dettata da un effettivo bisogno, bensì da una moda: se ci sono giovani italiani che emigrano in Finlandia, in Danimarca, nei Paesi Bassi, magari avendo avuto possibilità anche in Italia, questo vuol dire che si considerano tali Nazioni migliori <a prescindere> e soprattutto che si considera solo l’aspetto puramente economico.  

Ma la vita è fatta solo dal <soldo>? E la cultura? E i rapporti umani? La propria storia, la propria famiglia? Tutto questo non conta niente? Ci si orienta sempre più verso una società totalmente consumistica, nella quale il benessere materiale è di gran lunga il criterio dominante e tutto il resto viene in secondo piano, come se fosse assolutamente facoltativo”. Lei aggiunge. “Certo, in questo senso va tutto il pensiero dominante, che cerca di rimescolare i popoli, facendo emigrare tutti”. “E tendendo alla <sostituzione etnica>, per la quale noi dobbiamo andare a fare i camerieri a Londra e qui vengono i magrebini a frotte”. 

Mi dimentico di citare i cinesi, i bengalesi, etc. etc.. “L'emigrazione dei <cervelli> italiani un impoverimento micidiale per il nostro popolo, sempre più bistrattato dai grandi mezzi di comunicazione, che cercano in ogni modo di screditare l’immagine del nostro Paese agli occhi dei giovani, per cui il giovane pensa che sia assolutamente ovvio voler emigrare in una Nazione più ricca e sviluppata della nostra”. “Poi magari se ne pente, perché si accorge che Milano, in particolare, non è esattamente una città da terzo mondo. Come mai, per esempio, ci sono tantissimi meridionali a Milano? Evidentemente si trova lavoro, magari non a condizioni ottimali, ma si trova”. Anche questo fenomeno dell’immigrazioni interna, che ha assunto proporzioni enormi e di cui nessuno parla, non è il massimo per un Paese: intere regioni si spopolano per la mancanza di posti di lavoro.  

Per salutarci rivolgo una mia intenzione: “io voglio aiutare questo povero popolo italiano, distrutto in tutti i modi dai mezzi di comunicazione, a ritrovare la sua identità come nazione, la sua cultura, la sua storia, di una ricchezza infinita e di una profondità invidiabile. L’Italia non ha nulla da invidiare alle altre Nazioni, e se non avesse questa macchina burocratica opprimente e non si svendesse alle multinazionali straniere sarebbe la prima potenza, anche dal punto di vista economico, nel mondo.

prof. Pietro Marinelli

martedì 3 settembre 2024

ITALIANI ARRESTATI IN VENEZUELA

 In Venezuela, numerosi italiani, forse più di venti, sono stati arrestati dal regime di Maduro e portati in centri di tortura, ma non fa notizia! Per Patrick Zaki e Alessia Piperno si è mobilitato il mondo, ma per gli italiani in Venezuela c'è solo silenzio. Esistono italiani di serie A e di serie B? 

https://x.com/marinellys/status/1828913091645436158?s=46&t=HPIeQydWipS_Otn0ipb7mA

ASPIRANTE MERCENARIO UCRAINO STERMINA LA FAMIGLIA

 #VQBChannel 🇮🇹


ASPIRANTE MERCENARIO UCRAINO STERMINA LA FAMIGLIA, MA VA TUTTO BENE

Il diciassettenne che ha sterminato la propria famiglia, ha dichiarato, tra le varie cose, che avrebbe voluto andare a combattere in #Ucraina. 

Tralasciamo l'evidente follia di questa persona, attualmente in custodia, il cui profilo #sociologico e #psicologico saranno valutati dalle #indagini...ma vi immaginate il pollaio che avrebbero fatto i pennivendoli nostrani se invece di dire che avrebbe voluto combattere per gli #ucraini, avesse detto che avrebbe voluto votare #Trump? o che ha sostenuto #Vannacci? o, addirittura, che simpatizzava per #Putin?

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#Veleno #VelenoQB

#ThisIsNotForMe

#NonInMioNome


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IL REATO DI "FEMMINICIDIO"

 Un DDL che discrimina. Considerazioni sul “reato di femminicidio” introdotto dal Governo Meloni con il plauso dell’Onorevole Valente del PD...