E’ esilarante, se non fosse tragico, rivisitare i commenti dei media all’insediamento dei Trump e, ancora di più, alle prime disposizioni emanate.
Le
priorità, alla cerimonia di insediamento, erano il look delle Signore e
l’accostamento cromatico dei Mister. La cravatta rossa repubblicana di Tizio,
il tailleur di tizia e via discorrendo così sulle cose che influenzano le
future sorti del mondo.
Il
ricevimento all’interno, il primo da Ronald Reagan, era dovuto alle rigidità di
gennaio quando, a causa del riscaldamento climatico, in genere fa freddo. Del
timore di attentati, soprattutto del timore di “lupi solitari” o “cani sciolti”
non controllabili, nessun riferimento.
Caccia
alla Meloni di cui, non essendo un corazziere, a cercarla si intravede la
bionda chioma al fondo della sala insieme a Milei. Nessun riferimento al
rappresentante cinese, il vice Presidente, in rappresentanza di Xi Jingping
ufficialmente invitato. Nessun riferimento neanche a Zelensky che, pur avendo
fatto carte false per essere invitato, è dovuto rimanere a casa in maglione e
mimetica.
Inizia
il discorso di insediamento che enumera gli aspetti che già conosciamo
Il
discorso, che propone uno stravolgimento del mondo, è commentato in modo
indecente, su RAI 1, da una improbabile Stefania Battistini che, reduce dalle
medaglie conquistate sui campi ucraini con il casco d’ordinanza anche nelle
cucine interrate delle vecchiette, è promossa a spaesata commentatrice di fatti
che non conosce e per cui è palesemente impreparata. Almeno è affiancata dal
collega Oliviero Bergamini che ne mastica un po' di più.
Per
avere un commento neutro su RAI 1 occorrerà attendere la serata inoltrata, con
XXI Secolo e Francesco Giorgino ed i suoi ospiti, almeno neutri e competenti.
Sulle
altre reti la controffensiva iniziando ora, dopo lo shock termico dovuto senza
dubbio al freddo del luogo.
Su
LA 7 Giovanni Floris, con Di Martedì, si esibisce con i suoi ospiti nell’elenco
dei disastri prossimi venturi che la scelleratezza trumpiana ci garantirà. Mi
limito ad elencare i più eclatanti problemi che propone, finora ignorati quando
non magnificati, tralasciando quasi tutti i punti reali:
Giannini
ci ricorda che Trump aumenterà la produzione di gas per venderlo a noi a prezzo
10 volte superiore a quello russo con notevoli problemi per famiglie e
industrie. Fino a ieri, e da tre anni a questa parte, il costo era arrivato ad
oltre 20 volte, ma si richiedeva la “resilienza” a noi cittadini senza tentare
mai ad eliminare le cause, cioè la fine delle forniture russe non l’aumento
della produzione USA, con Draghi che ci invitava a scegliere tra pace e
condizionatore;
Trump
è attorniato da miliardari che sono i nuovi gerarchi di una tecnocrazia
invadente. Sono gli stessi che fino a ieri (per Musk sino a febbraio dello
scorso anno) erano magnificati perché appoggiavano e finanziavano Biden e i
democratici, ma non fa fine ricordarlo.
Neanche
una parola sulla fine delle censure sui media, che avevano bloccato lo stesso
Trump. Quindi nessuna riflessione in merito, a parte qualche accenno a Tik Tok
strumento terribile dello spionaggio cinese in mano agli adolescenti.
Neanche
una parola sulla grazia di Biden a Antony Fauci, il prestidigitatore del COVID
19 che finora non è imputato di nulla, quindi non avrebbe alcun motivo per
essere graziato di qualcosa di cui non è accusato. Eppure, dopo aver taciuto
sulla grazia garantita al proprio figlio per droga, sesso, porto d’armi abusivo
ed oscuri affari in Ucraina sfruttando il nome di tanto padre, anche la grazia
preventiva di Biden a Fauci viene coperta e dimenticata. Non sia mai detto che
ci sia qualcosa di illegale sul COVID che tanto bene ha fatto a Big Pharma.
Per
noi europei il problema neanche si pone. Infatti non viene mai citata la cara
signora Von der Pfitzer, imputata in Belgio per la gestione oscura e scandalosa
dei vaccini e moglie disinteressata di tanto marito ai vertici della casa
farmaceutica. Non verrà neanche processata avendo trovato il modo di fermare
tutto. Non c’è bisogno di grazia alcuna.
Peccato
che, fra tutte le grazie concesse, Biden abbia dimenticato quella verso se
stesso che, quindi, in futuro potrebbe essere perseguito per molti aspetti
interessanti.
Sempre
da Floris imperdibili anche i siparietti di Alan Friedman, soprattutto quello
con l’ex senatore di Fratelli d’Italia, Achille Totaro. Ad un certo punto
Floris ha dovuto addirittura eliminare l’audio, ma non prima di alcuni scambi
piccanti con Friedman che si lamenta della Meloni a Palazzo Chigi come del
ritorno di Trump alla Casa Bianca e Totaro che lo invita a tranquillizzarsi: “la
vedo un pò depresso per questi aspetti che la stanno inquietando”. Friedman
conferma la forte preoccupazione per le democrazie ma rassicura : “Non sto
male, sono un giornalista. Non sono depresso e non ho alcun problema. Chi è
lei? Non la conosco!”
In
fondo, in assenza di argomenti, una versione odierna del vecchio e caro “lei
non sa chi sono io”.
Stremato
da tanto sfoggio ho cercato di vedere da un’altra parte L’aria che tirava, ma
anche li ho visto facce piene di sgomento tra i convocati. A Roma direbbero “No
ja fanno”. La depressione dei rosiconi è palpabile e pericolosa. Meglio
attrezzarsi perché il peggio, al solito, deve ancora arrivare.
I
giornali e giornaloni non sono stati da meno ma se siete sopravvissuti al COVID
evito di farvi morire dalle risate.
Sarebbero
da stigmatizzare almeno due dei campioni mondiali delle facce di bronzo
nostrane, Mieli e Galli della Loggia, ma visto che i loro sproloqui sono
finalizzati a maggior gloria della casa d’Israele, ne parleremo quando sarà il
momento.
Sfiora
la comicità il titolo de Il Giornale, che non dovrebbe essere tra gli
estremisti unidirezionali: “Trump minaccia Putin: Chiuda la guerra o
sanzioni e dazi. E manda truppe al confine con il Messico”. Inutile dire
che anche i telegiornali hanno inviato lo stesso messaggio.
Oltre
all’ironia involontaria, non si vede dove sia la minaccia. Anche rimanendo al
solo titolo potremmo tradurlo in lingua italiana con: non cambia nulla,
continua come adesso, visto che le sanzioni ti hanno rafforzato. Noi mandiamo
le truppe al confine col Messico ed elimineremo gli aiuti all’Ucraina.
E’
dal 2014, cioè dal colpo di Stato in Ucraina, che la Russia è soggetta a
sanzioni e questa è stata la molla che ha obbligato Putin a sviluppare una
propria industria manifatturiera e con essa un florido sviluppo economico. Noi
europei siamo i soli che abbiamo sofferto per le sanzioni e continueremo a
soffrirne le conseguenze. Eppure ci vengono vendute come minacce terribili.
Putin è seriamente preoccupato mentre forse sarebbe bene che iniziassimo a
preoccuparci noi europei.
Apprendiamo
anche che il piano di Trump per l’Europa, prima ancora che dazi e divieti,
prevede una riduzione dell’ombrello NATO con 20 mila soldati in meno in Europa
ed un contributo finanziario per pagare la presenza USA a nostra difesa. Se a
questo si aggiunge la richiesta di aumentare al 5 % la spesa per la NATO a
carico dei paesi europei, che adesso non riescono a devolvere neanche il 2%,
oltre al disimpegno degli USA dall’Europa si sentono già le note del De
Profundis per la stessa Alleanza atlantica.
Queste
riflessioni non volevano essere una specie di mini rassegna stampa su
castronerie, dimenticanze, menzogne e travisamenti dei media nostrani. Solo un
promemoria a conferma di due aspetti: ancora non si sono ripresi dallo shock
delle elezioni di Novembre e si stanno preparando a continuare sulla falsariga
seguita finora alzando ulteriormente i toni visto che le battaglie vere stanno
per iniziare.
Da
domani cominceremo a parlare di cose serie, ma tenendo sempre presenti questi
aspetti perché l’opinione pubblica, che cerca di informarsi e pensa di sapere,
giudica solo su quello che viene divulgato e, a reti quasi unificate, viene
propagandata questa visione deformata e strumentale della realtà che viene
spacciata come veritiera e indiscutibile.
Vincenzo
Fedele
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