Io vivo sulla casa di Leonardo; uno potrebbe dire: "Ma che cosa stai dicendo?" Ebbene, sì, la mia abitazione si affaccia sulla
cosiddetta “Cascina Bolla”, che fu la residenza del sommo artista per sedici
anni, alla fine del Quattrocento. Caspita, che cultura, direte voi: invece io
lo so semplicemente perché l’ho letto sulla targa commemorativa, apposta sulla
casa stessa, che recita; “Qui Leonardo visse dal 1483 al 1499”. E la targa la
faccio leggere a tutti gli amici che passano di lì, agli stranieri ma anche
agli italiani, speciali per non sapere mai niente della loro
cultura. Credo di aver trovato solo due persone che erano a conoscenza dell’esistenza di
tale casa.
Leonardo
lavorava per Ludovico il Moro e per lui costruiva le famose “macchine militari”,
ora esposte al Museo della Scienza e della tecnologia, tra le quali spicca la "testuggine", un antesignano del carro armato. Allora quella casa era
una cascina di caccia, totalmente fuori del centro abitato, ovviamente
molto più piccolo dell'attuale.
Sono
nell’appartamento che dà sulla Cascina Bolla da più di trent’anni, ma in realtà
vivo nella zona da oltre sessant’anni, perché anche la casa dei miei genitori,
con i quali vivevo prima, è poco distante.
Mi
ricordo che quando ero piccolo la casa di Leonardo era tenuta benissimo ed era
molto curato il giardino, nel quale c’erano ogni sorta di animali. Mi sono rimasti impressi nella memoria i pavoni che facevano la
ruota, cosa che entusiasmava noi bambini.
Adesso,
da cinque-sei anni, la proprietà è passata ad un milionario cinese. La Casa di
Leonardo è lasciata andare in rovina: basti pensare che i tronchi degli alberi
secchi, tagliati un anno fa, sono ancora lì nello stesso posto nel quale sono
caduti allora. E il taglio degli alberi secchi, che erano tanti, è avvenuto solo
dopo uno dei diversi esposti presentati per il degrado ambientale.
Qualcosa
è cambiato: il numero dei topi che correvano sui rami più alti degli alberi è
diminuito, come è drasticamente diminuito il numero delle zanzare, perché
finalmente si sono decisi a bonificare la vasca con l’acqua, nel giardino
interno.
Non
so se sia il minimo sindacale, perché questa è la conseguenza della
presentazione di diversi esposti, l’ultimo dei quali era stato recepito dall’assessore
all’ambiente del Comune di Milano. In quell’occasione avevamo organizzato una
riunione di protesta tra condomini e avevamo discusso approfonditamente della
questione. Devo dire che le responsabili del Comune avevano ascoltato con
attenzione, ribadendo però che non avrebbero potuto fare molto. Vengo poi a
sapere dai giornali “che contano” che il sindaco di Milano ha contribuito in
maniera determinante a risolvere la situazione. Sarà, ma, oltre a non aver mai
avuto il piacere di conoscerlo, non riesco a capire quale sia stato il suo
apporto. A meno che non si pensi che qualunque cosa facciano i collaboratori
sia merito del loro capo.
Comunque
non ho mai avuto il piacere di conoscere neanche il proprietario cinese: non c’è
mai; è sempre in giro per il mondo. Tempo fa aveva lasciato il suo numero di
telefono sul portone d’ingresso e lo avevo trascritto. All’inizio mi
rispondeva, dicendomi che era in Tailandia e in altri posti dall’altra parte
del mondo: adesso non mi risponde neanche più.
Anche
perché c’è un’altra questione da considerare: nel giardino della casa di Leonardo
il proprietario cinese ha messo un cane da guardia, un pastore tedesco, che abbaia
di continuo spesso senza una ragione effettiva e che dà un notevole fastidio a
tutto il vicinato. Abbaia anche di notte e talvolta in maniera molto forte, per
cui io spesso mi sono svegliato improvvisamente. Anche mettendo i tappi nelle
orecchie lo si sente lo stesso, essendo bello grande (credo che abbia cinque
anni) e molto robusto.
Abbiamo,
non solo io, ma anche alcuni vicini, chiamato i carabinieri, telefonato alla
polizia, ma nulla da fare: dicono che, essendo all’interno dell’abitazione,
loro non possono intervenire perché non è disturbo alla quiete pubblica. L’unica
cosa che sanno dire è “presenti un esposto”, come se questa fosse la soluzione
al problema. Abbiamo provato a sentire anche la protezione animali, ma niente
da fare: loro si informano sulla salute del cane, se mangia a sufficienza, non
sulla salute mentale delle persone umane, che sono sempre meno considerate. Per
farvi capire la situazione dirò che una signora, che aveva un piccolo cane che lasciava
sul balcone quando usciva, ha scelto di trasferirsi altrove, perché la sua cagnetta
abbaiava continuamente per rispondere al pastore tedesco. Il quale pastore
tedesco adesso continua ad abbaiare anche se la cagnetta non c’è più. Questo
comportamento è indice di un disagio, che probabilmente deriva dall’essere “confinato”
nel perimetro di quel giardino Il proprietario è convinto che gli basti quello
spazio e quel compito da svolgere, ma è evidente che il cane soffre sia per
essere obbligato a rimanere sempre in quell’ambito ristretto, sia perché non
sente di essere voluto bene. Sì, ho dovuto constatare che è questa la radice
del suo disagio: il fatto di non avere un rapporto con un essere umano, di non
avere un padrone cui obbedire perché sente di essere amato da lui.
È vero!!
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