martedì 13 agosto 2024

SFACELO E CROLLO DELL'OCCIDENTE - 3

Dalla blasfema cerimonia di apertura olimpica di Parigi, (vedi qui), simbolo del degrado dell’Occidente,  ho allargato l’orizzonte all’intera Francia e all’Inghilterra, (vedi qui), causa e vittime dell’abisso in cui ci stanno facendo cadere.

Il panorama mondiale, in cui questi sfaceli si inseriscono, è ancora meno rassicurante. Andiamo a vederlo.

Ancora oggi, ed a ragione, si discute su chi abbia realmente vinto la seconda guerra mondiale. La vulgata ha sempre messo sul podio USA e Unione Sovietica con l’Inghilterra e, pur senza particolari meriti, la Francia.

L’Unione Sovietica è implosa nel modo che sappiamo, sostituita dalla Federazione russa che, partendo dallo sfacelo sovietico, si è risollevata economicamente, militarmente e come prestigio internazionale.

Gli USA, vincitori incontrastati, hanno dominato per oltre 70 anni creando un impero che adesso, a sua volta, sta implodendo miseramente a seguito dei marchiani errori attuati, figli dell’arroganza del potere.

Inglesi e francesi  hanno continuato a sfruttare l’onda lunga dei relativi imperi continuando la precedente occupazione coloniale col peggior post-colonialismo utilizzando governi fantoccio, facendo sparire o assassinando oppositori e Presidenti regolarmente eletti, depredando le risorse locali con la corruzione, favorendo sfacciatamente le proprie imprese. Adesso ballano sull’orlo dell’abisso.

 I governi africani sono stati dinastie presidenziali sorrette da Parigi e Londra, ereditarie da padre in figlio.

Il futuro è del sud del mondo. Il futuro è dell’Africa che ha preso coscienza delle proprie potenzialità. l futuro è dei BRICS che lavorano da oltre 20 anni per creare l’alternativa al monopolio USA ed hanno già reso il mondo multipolare sconfiggendo il globalismo dominato dal pensiero unico.

Per l’Africa il futuro non è domani, ma lo sarà dopodomani. Le vecchie dinastie post-coloniali sono state sradicate ma sostituite da strutture militari, le uniche organizzate per seppellire un’epoca. Ma il popolo ha preso coscienza che il mondo si può cambiare. Forse ci vorrà una generazione, ma la strada è tracciata.

Chi non si rende conto dei cambiamenti epocali già avvenuti, e di quelli che verranno, siamo proprio noi che ci riteniamo informati perchè ci abbeveriamo dove vuole il padrone senza capire che le fonti sono ormai aride o inquinate o entrambi.

Le elite, che sono coscienti di essere alla frutta, puntano tutto sulla guerra, unico toccasana ai loro problemi.

Finora le scelte USA sono state dettate dagli inglesi e da Israele, o da entrambi in combutta, ma questo non si può dire, perché il vero potere è quello di cui non si può parlare male. Anzi non se ne deve parlare e basta.

Ancora oggi non si sa chi ha ordito l’assassinio di J.F. Kennedy. Le due piste calde sono sempre state quelle relative a chi aveva maggiore interesse a farlo quindi si doveva indagare, principalmente, in due direzioni:

-          La prevista nazionalizzazione della Federal  Reserve che invece è tuttora una banca privata che detta la politica monetaria degli USA, analogamente alla BCE, che è pure privata, per l’Unione Europea;

-          La costruzione della bomba atomica da parte di Israele, dove le visite ai siti di sviluppo non vennero mai eseguite, dopo la morte di Kennedy, lasciando mano libera a Ben Gurion ed ai suoi successori.

Oggi i nodi vengono al pettine.

Le scelte statunitensi sono state sempre indirizzate a garantire all’anglosfera il benessere trascorso. Per fare questo occorreva che i cittadini americani continuassero nell’illusione del benessere crescente senza rendersi conto che si stavano erodendo le fondamenta dell’intera costruzione.

Il benessere americano è stato costruito stampando dollari con il ciclostile e distribuendoli in tutto il mondo per sostenere lo sviluppo USA. Tutti erano obbligati a pagare in dollari le forniture di petrolio, a seguito degli accordi tra USA e Arabia Saudita dopo che Nixon (1972) aveva seppellito la convertibilità del Dollaro in oro. Quindi tutto il mondo necessitava di dollari e la FED li stampava.

Da quando la Cina paga in Yuan e l’Arabia Saudita è entrata nei BRICS, i dollari servono di meno. Da quando Putin si fa pagare Gas, Petrolio, cereali, fertilizzanti, oltre ad armi e servizi, in Rubli, i dollari servono meno.

Ormai il mondo guidato dal Dollaro è finito. I dollari devono tornare a casa e creano inflazione.

L’Europa aveva creato l’Euro nel’illusione di contrapporsi al Dollaro, ma gli inglesi ne sono sempre rimasti fuori. Come energia gli inglesi hanno usufruito dei giacimenti del mare del nord mentre il resto dell’Europa poteva usufruire di petrolio e gas a basso prezzo in arrivo dalla Russia. Sono stati chiusi i rubinetti. Fine della pacchia.

L’inflazione provocata dall’eccessiva dollarizzazione esportata nel mondo si è rivoltata contro gli stessi USA dove oggi, praticamente, una vera classe media non esiste più. Una famiglia con un reddito di 100.000 dollari annui, che sarebbe un reddito da benessere, è quasi al limite dell’indigenza dopo aver pagato tasse, mutui, scuola figli, auto, bollette, ecc. Con 200.000 si riesce, forse, ad arrivare a fine mese senza fare debiti, ma senza riuscire a risparmiare nulla.

L’aumento energetico per l’Europa si è, nell’immediato, tradotto in un vantaggio per gli USA, che hanno venduto a noi europei i loro surplus energetici. Questo, però, ha provocato anche un aumento dei prezzi negli USA che a sua volta ha aumentato l’inflazione e ridotto ancora il potere d’acquisto dell’americano medio.

Trump aveva cercato di rompere questo cerchio perverso. Aveva chiuso il capitolo Iraq e pianificato il ritiro delle truppe dall’Afganistan, senza indire, per la prima volta da decenni, alcuna nuova guerra. Biden l’ha attuato in modo vergognoso e, rompendo con Putin che controllava la frontiera dal nord, ha consegnato l’intero Afganistan ai talebani dopo 20 anni di guerra inutile. Quando si dice della miopia ……

La rottura principale causata da Trump rispetto al periodo precedente, fino ad Obama, è stata di tornare a privilegiare gli interessi americani senza sottostare ai diktat inglesi e francesi e limitando le lobby ebraiche che comunque non si riesce ad estirpare.

Questo non era tollerabile per l’anglosfera, e infatti non è stato tollerato, cercando di eliminare Trump in tutti i modi. Dai brogli elettorali, a favore del fantoccio Biden, poi, per evitarne la ricandidatura, per via giudiziaria, fino a tentarne l’eliminazione fisica. E ancora mancano 4 mesi a Novembre.

La guerra in Ucraina, come tutti sanno, è iniziata sotto Obama nel 2014 e non nel 2022 con Biden.

Doveva essere un segnale per ribadire la supremazia occidentale umiliando la Russia che doveva accettare la NATO alle porte di casa. Sembra strano che il nemico degli USA sia la Cina ed invece l’obiettivo è rivolto contro la Russia. Il piano era di smembrare la Russia in tanti piccoli stati insignificanti, che non fossero di supporto alle nazioni europee e, soprattutto, alla Cina e non ne garantissero le frontiere terrestri, per poi attaccare in seguito la Cina isolata.   Il fatto che Putin sia andato a vedere le carte dell’avversario ha sparigliato il gioco ed il piano si è trasformato in un boomerang che ha colpito chi lo ha lanciato.

L’attivismo di Boris Johnson in merito è stato emblematico: la provocazione doveva servire a sconfiggere la Russia, quindi non si può instaurare una trattativa di pace! Occorre che la Russia sia sconfitta, che la Russia sia costretta a pagare i danni delle distruzioni , come avvenne per la Germania dopo la prima e la seconda guerra mondiale. Pura illusione, ma a questo siamo.

Lo stesso Macron, che a inizio 2022 predicava di non umiliare la Russia, contro cui stava combattendo e perdendo in Africa, adesso è fra gli oltranzisti più accesi arrivando alla proposta di inviare truppe, su cui la stessa NATO ha forti dubbi, facendolo già con specialisti e intelligence, però sottobanco.

Al solito gli inglesi non operano quasi mai in prima persona ed erano stati chiamati i polacchi a fare da apripista, prima del pesante intervento di Boris Johnson, con il Presidente polacco Duda, che aveva infiammato la riunione NATO 2 settimane prima del viaggio di Johnson a Kiev.

Visto che l’obiettivo è la guerra, ed occorre scongiurare qualsiasi tentativo di trattativa, i servizi segreti inglesi (MI6) hanno pianificato l’incursione ucraina in Russia. L’attacco a Kerson, tuttora in corso, non ha alcun senso,  tattico o strategico che sia. Una assurdità da qualunque punto la si guardi, meno che da quello inglese.

I servizi segreti di sua Maestà hanno individuato il punto più debole di tutta la frontiera russo-ucraina, con soli soldati di leva a presidio, convincendo Zelensky ad attaccare li e penetrare a fondo. Hanno attaccato a sorpresa con unità d’elite mobili, spostate dal Donbass che adesso è più sguarnito che mai, per cercare di arrivare alla centrale nucleare di Kursk, visto che non riescono ad avvicinarsi a quella di Zaporizhja. L’unico scopo era proprio quello di cercare un incidente nucleare tale da scatenare una reazione scomposta (della Russia o della NATO è uguale) ed estendere la guerra da regionale a totale. La giustificazione di avere un territorio russo da gettare sul tavolo delle future trattative è da insensati. Putin non tratterà mai con parte del proprio territorio occupato, che infatti sta riconquistando.

Dopo la prima sorpresa, comunque colpevole, e le prime risposte scomposte, la vera reazione russa ha fermato gli ucraini e, come sembra, Putin non ha più neanche fretta a ricacciarli indietro. Li ha isolati e li prenderanno per fame, e mancanza di carburante e munizioni.

Ma non commentiamo tanto le operazioni sul terreno, quanto le strategie che gli inglesi inducono negli ucraini per arrivare alla guerra e che fanno il paio con quanto sta facendo Netanyahu a Gaza e contro l’Iran.

La mano di velluto, ma ferma e decisa, di Putin scombussola le trame guerresche dell’anglosfera.

Come armamenti la Russia è più avanti dell’occidente, la sua produzione industriale, concentrata nel settore militare, marcia a valori doppi di tutte le nazioni occidentali, compresi gli USA, messi insieme. Gli mancano i componenti elettronici, ma non ha importanza perché quelli li ha la Cina.

Lo storico viaggio di Nixon in Cina, successivo alla politica del ping-pong, mirava ad allontanare la Cina, allora agricola e dormiente, dal colosso sovietico. L’occidente l’ha trasformata nella manifattura planetaria e, mentre si modernizzava tecnicamente e industrialmente al proprio interno, piantava bandierine in Africa e in Asia, contribuiva a fondare i BRICS, modernizzava il proprio esercito e marina e sviluppava nuove tecnologie.

Oggi il vero tallone d’Achille della Cina è al suo interno, non all’esterno. E’ il mancato sviluppo della propria classe media. Il benessere è arrivato in molte delle sue province, ma due eventi l’hanno fermata: prima  l’azione di Trump con la richiesta di reciprocità e l’aumento dei dazi, poi i blocchi susseguenti al COVID.

Finchè bastava una ciotola di riso per sopravvivere, un cinese che ne aveva due si poteva ritenere ricco. Quando vedi un pò di benessere,  secondo i parametri occidentali, e poi ti viene tolto, la situazione può virare al tragico.

Se la Russia ha fatto l’errore di non sviluppare una propria industria nazionale, eccetto che nel settore militare, la Cina ha fatto l’errore di non sviluppare un proprio mercato interno. Vive di esportazione comprimendo i consumi interni che non fanno da traino se le esportazioni si fermano.

Non cito i dati, pur disponibili, limitandomi ai ragionamenti che ci sono dietro. Il blocco delle esportazioni a causa del COVID, preceduto dal rallentamento causato dai dazi imposti dagli USA di Trump, hanno rischiato di rompere il giocattolo di Xi Jinping.

Una potenziale classe media cinese bloccata dopo aver intravisto un illusorio benessere è la cosa peggiore che il regime cinese possa affrontare. Il colosso immobiliare cinese, Evergreen, è stato fatto fallire dopo che gli immobili costruiti sono rimasti invenduti per centinaia di miliardi. Una rivolta del mancato ceto medio costretto a regredire sarebbe mille volte più esplosiva e pericolosa di piazza Tien An Men.

Oggi la Cina ha un enorme apparato industriale, una disponibilità infinità di materia prima (africana) ed energia (dalla Russia), ma non ha abbastanza clienti esteri per mantenere i proprio sviluppo. Molte aziende occidentali stanno andando via dalla Cina, preferendo il Vietnam, la Thailandia o altri paesi asiatici.

La Cina è alla disperata ricerca di clienti per i propri prodotti. In futuro sarà l’Africa, ma al momento mancano.

Bene ha fatto la Meloni a disconoscere la “Via della seta” concordata dal Governo di “Giuseppi” Conte che ci aveva portato ad un deficit commerciale di 40 miliardi di Euro l’anno. Non si sa ancora cosa la Meloni abbia concordato nel suo ultimo viaggio a Pechino, ma forse in futuro il rapporto potrebbe essere più equilibrato.

La necessità di insediamenti esteri, necessari alla Cina per aggirare i dazi, si sposa con la nostra necessità di attrarre investimenti e creare lavoro da noi. Vedremo cosa ci riserva il futuro in merito, se ce ne daranno la possibilità.

Intanto è palese che la nostra posizione è centrale nello scacchiere mondiale ed è strano (ma forse neanche tanto) che anche di questo nessuno parli.

Il futuro, dicevo, sarà in Africa e nel sud del mondo.

Noi siamo gli unici che possiamo operare, in Africa e nel terzo mondo in generale, senza le zavorre di inglesi e francesi. Siamo gli unici che abbiamo buoni rapporti sia con gli USA (di cui siamo vassalli) che con la Cina.

Gli unici possibili ambasciatori dell’Occidente in Africa siamo noi, e gli Stati Uniti lo sanno bene. Se il prossimo Presidente USA sarà Trump, potremo operare congiuntamente e riempire di contenuti il “Piano Mattei” che, al momento, è solo una scatola vuota. A vantaggio nostro e degli USA.

Con la crisi conclamata di Francia e Inghilterra, con le Germania in recessione, con l’UE che non riesce ad incidere per nulla, ne sulla crisi ucraina ne nel Medio Oriente, puntando solo sull’escalation del contenzioso per innescare la terza guerra mondiale, la nostra posizione potrebbe essere, forse, l’ago della bilancia.

Il declino della Francia sarà inesorabile e l’Inghilterra la seguirà nel crollo, se la parola non verrà data alle armi.

Non vedo però, nell’orizzonte romano, dei personaggi che possano avere il peso e la lungimiranza politica di comprendere il momento storico in cui ci troviamo ed agire rimettendoci in gioco e riconquistando il posto che, anche geograficamente, dobbiamo avere e che abbiamo storicamente sempre avuto.

Speriamo che ce ne diano il tempo, prima che apparecchino per servirci sul piatto la terza guerra mondiale.

Enzo Fedele

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