Dalla blasfema cerimonia di apertura olimpica di Parigi, (vedi qui), simbolo del degrado dell’Occidente, ho allargato l’orizzonte all’intera Francia e all’Inghilterra, (vedi qui), causa e vittime dell’abisso in cui ci stanno facendo cadere.
Il panorama
mondiale, in cui questi sfaceli si inseriscono, è ancora meno rassicurante.
Andiamo a vederlo.
Ancora oggi, ed
a ragione, si discute su chi abbia realmente vinto la seconda guerra mondiale.
La vulgata ha sempre messo sul podio USA e Unione Sovietica con l’Inghilterra
e, pur senza particolari meriti, la Francia.
L’Unione
Sovietica è implosa nel modo che sappiamo, sostituita dalla Federazione russa
che, partendo dallo sfacelo sovietico, si è risollevata economicamente,
militarmente e come prestigio internazionale.
Gli USA,
vincitori incontrastati, hanno dominato per oltre 70 anni creando un impero che
adesso, a sua volta, sta implodendo miseramente a seguito dei marchiani errori attuati,
figli dell’arroganza del potere.
Inglesi e
francesi hanno continuato a sfruttare
l’onda lunga dei relativi imperi continuando la precedente occupazione
coloniale col peggior post-colonialismo utilizzando governi fantoccio, facendo
sparire o assassinando oppositori e Presidenti regolarmente eletti, depredando
le risorse locali con la corruzione, favorendo sfacciatamente le proprie
imprese. Adesso ballano sull’orlo dell’abisso.
I governi africani sono stati dinastie
presidenziali sorrette da Parigi e Londra, ereditarie da padre in figlio.
Il futuro è del
sud del mondo. Il futuro è dell’Africa che ha preso coscienza delle proprie
potenzialità. l futuro è dei BRICS che lavorano da oltre 20 anni per creare
l’alternativa al monopolio USA ed hanno già reso il mondo multipolare
sconfiggendo il globalismo dominato dal pensiero unico.
Per l’Africa il
futuro non è domani, ma lo sarà dopodomani. Le vecchie dinastie post-coloniali
sono state sradicate ma sostituite da strutture militari, le uniche organizzate
per seppellire un’epoca. Ma il popolo ha preso coscienza che il mondo si può
cambiare. Forse ci vorrà una generazione, ma la strada è tracciata.
Chi non si rende
conto dei cambiamenti epocali già avvenuti, e di quelli che verranno, siamo
proprio noi che ci riteniamo informati perchè ci abbeveriamo dove vuole il
padrone senza capire che le fonti sono ormai aride o inquinate o entrambi.
Le elite, che
sono coscienti di essere alla frutta, puntano tutto sulla guerra, unico
toccasana ai loro problemi.
Finora le scelte
USA sono state dettate dagli inglesi e da Israele, o da entrambi in combutta,
ma questo non si può dire, perché il vero potere è quello di cui non si può
parlare male. Anzi non se ne deve parlare e basta.
Ancora oggi non
si sa chi ha ordito l’assassinio di J.F. Kennedy. Le due piste calde sono
sempre state quelle relative a chi aveva maggiore interesse a farlo quindi si
doveva indagare, principalmente, in due direzioni:
-
La prevista
nazionalizzazione della Federal Reserve
che invece è tuttora una banca privata che detta la politica monetaria degli
USA, analogamente alla BCE, che è pure privata, per l’Unione Europea;
-
La
costruzione della bomba atomica da parte di Israele, dove le visite ai siti di
sviluppo non vennero mai eseguite, dopo la morte di Kennedy, lasciando mano
libera a Ben Gurion ed ai suoi successori.
Oggi i nodi
vengono al pettine.
Le scelte
statunitensi sono state sempre indirizzate a garantire all’anglosfera il
benessere trascorso. Per fare questo occorreva che i cittadini americani
continuassero nell’illusione del benessere crescente senza rendersi conto che
si stavano erodendo le fondamenta dell’intera costruzione.
Il benessere
americano è stato costruito stampando dollari con il ciclostile e distribuendoli
in tutto il mondo per sostenere lo sviluppo USA. Tutti erano obbligati a pagare
in dollari le forniture di petrolio, a seguito degli accordi tra USA e Arabia
Saudita dopo che Nixon (1972) aveva seppellito la convertibilità del Dollaro in
oro. Quindi tutto il mondo necessitava di dollari e la FED li stampava.
Da quando la
Cina paga in Yuan e l’Arabia Saudita è entrata nei BRICS, i dollari servono di
meno. Da quando Putin si fa pagare Gas, Petrolio, cereali, fertilizzanti, oltre
ad armi e servizi, in Rubli, i dollari servono meno.
Ormai il mondo
guidato dal Dollaro è finito. I dollari devono tornare a casa e creano inflazione.
L’Europa aveva
creato l’Euro nel’illusione di contrapporsi al Dollaro, ma gli inglesi ne sono
sempre rimasti fuori. Come energia gli inglesi hanno usufruito dei giacimenti
del mare del nord mentre il resto dell’Europa poteva usufruire di petrolio e
gas a basso prezzo in arrivo dalla Russia. Sono stati chiusi i rubinetti. Fine
della pacchia.
L’inflazione
provocata dall’eccessiva dollarizzazione esportata nel mondo si è rivoltata
contro gli stessi USA dove oggi, praticamente, una vera classe media non esiste
più. Una famiglia con un reddito di 100.000 dollari annui, che sarebbe un reddito
da benessere, è quasi al limite dell’indigenza dopo aver pagato tasse, mutui, scuola
figli, auto, bollette, ecc. Con 200.000 si riesce, forse, ad arrivare a fine
mese senza fare debiti, ma senza riuscire a risparmiare nulla.
L’aumento
energetico per l’Europa si è, nell’immediato, tradotto in un vantaggio per gli
USA, che hanno venduto a noi europei i loro surplus energetici. Questo, però,
ha provocato anche un aumento dei prezzi negli USA che a sua volta ha aumentato
l’inflazione e ridotto ancora il potere d’acquisto dell’americano medio.
Trump aveva
cercato di rompere questo cerchio perverso. Aveva chiuso il capitolo Iraq e
pianificato il ritiro delle truppe dall’Afganistan, senza indire, per la prima
volta da decenni, alcuna nuova guerra. Biden l’ha attuato in modo vergognoso e,
rompendo con Putin che controllava la frontiera dal nord, ha consegnato
l’intero Afganistan ai talebani dopo 20 anni di guerra inutile. Quando si dice
della miopia ……
La rottura
principale causata da Trump rispetto al periodo precedente, fino ad Obama, è
stata di tornare a privilegiare gli interessi americani senza sottostare ai
diktat inglesi e francesi e limitando le lobby ebraiche che comunque non si
riesce ad estirpare.
Questo non era
tollerabile per l’anglosfera, e infatti non è stato tollerato, cercando di
eliminare Trump in tutti i modi. Dai brogli elettorali, a favore del fantoccio
Biden, poi, per evitarne la ricandidatura, per via giudiziaria, fino a tentarne
l’eliminazione fisica. E ancora mancano 4 mesi a Novembre.
La guerra in
Ucraina, come tutti sanno, è iniziata sotto Obama nel 2014 e non nel 2022 con
Biden.
Doveva essere un
segnale per ribadire la supremazia occidentale umiliando la Russia che doveva accettare
la NATO alle porte di casa. Sembra strano che il nemico degli USA sia la Cina
ed invece l’obiettivo è rivolto contro la Russia. Il piano era di smembrare la
Russia in tanti piccoli stati insignificanti, che non fossero di supporto alle
nazioni europee e, soprattutto, alla Cina e non ne garantissero le frontiere
terrestri, per poi attaccare in seguito la Cina isolata. Il
fatto che Putin sia andato a vedere le carte dell’avversario ha sparigliato il
gioco ed il piano si è trasformato in un boomerang che ha colpito chi lo ha
lanciato.
L’attivismo di
Boris Johnson in merito è stato emblematico: la provocazione doveva servire a
sconfiggere la Russia, quindi non si può instaurare una trattativa di pace!
Occorre che la Russia sia sconfitta, che la Russia sia costretta a pagare i
danni delle distruzioni , come avvenne per la Germania dopo la prima e la
seconda guerra mondiale. Pura illusione, ma a questo siamo.
Lo stesso
Macron, che a inizio 2022 predicava di non umiliare la Russia, contro cui stava
combattendo e perdendo in Africa, adesso è fra gli oltranzisti più accesi
arrivando alla proposta di inviare truppe, su cui la stessa NATO ha forti
dubbi, facendolo già con specialisti e intelligence, però sottobanco.
Al solito gli
inglesi non operano quasi mai in prima persona ed erano stati chiamati i
polacchi a fare da apripista, prima del pesante intervento di Boris Johnson, con
il Presidente polacco Duda, che aveva infiammato la riunione NATO 2 settimane
prima del viaggio di Johnson a Kiev.
Visto che
l’obiettivo è la guerra, ed occorre scongiurare qualsiasi tentativo di
trattativa, i servizi segreti inglesi (MI6) hanno pianificato l’incursione
ucraina in Russia. L’attacco a Kerson, tuttora in corso, non ha alcun senso, tattico o strategico che sia. Una assurdità
da qualunque punto la si guardi, meno che da quello inglese.
I servizi
segreti di sua Maestà hanno individuato il punto più debole di tutta la
frontiera russo-ucraina, con soli soldati di leva a presidio, convincendo
Zelensky ad attaccare li e penetrare a fondo. Hanno attaccato a sorpresa con
unità d’elite mobili, spostate dal Donbass che adesso è più sguarnito che mai,
per cercare di arrivare alla centrale nucleare di Kursk, visto che non riescono
ad avvicinarsi a quella di Zaporizhja. L’unico scopo era proprio quello di cercare
un incidente nucleare tale da scatenare una reazione scomposta (della Russia o
della NATO è uguale) ed estendere la guerra da regionale a totale. La
giustificazione di avere un territorio russo da gettare sul tavolo delle future
trattative è da insensati. Putin non tratterà mai con parte del proprio
territorio occupato, che infatti sta riconquistando.
Dopo la prima
sorpresa, comunque colpevole, e le prime risposte scomposte, la vera reazione russa
ha fermato gli ucraini e, come sembra, Putin non ha più neanche fretta a
ricacciarli indietro. Li ha isolati e li prenderanno per fame, e mancanza di
carburante e munizioni.
Ma non
commentiamo tanto le operazioni sul terreno, quanto le strategie che gli
inglesi inducono negli ucraini per arrivare alla guerra e che fanno il paio con
quanto sta facendo Netanyahu a Gaza e contro l’Iran.
La mano di
velluto, ma ferma e decisa, di Putin scombussola le trame guerresche
dell’anglosfera.
Come armamenti
la Russia è più avanti dell’occidente, la sua produzione industriale,
concentrata nel settore militare, marcia a valori doppi di tutte le nazioni
occidentali, compresi gli USA, messi insieme. Gli mancano i componenti
elettronici, ma non ha importanza perché quelli li ha la Cina.
Lo storico
viaggio di Nixon in Cina, successivo alla politica del ping-pong, mirava ad
allontanare la Cina, allora agricola e dormiente, dal colosso sovietico.
L’occidente l’ha trasformata nella manifattura planetaria e, mentre si
modernizzava tecnicamente e industrialmente al proprio interno, piantava
bandierine in Africa e in Asia, contribuiva a fondare i BRICS, modernizzava il
proprio esercito e marina e sviluppava nuove tecnologie.
Oggi il vero
tallone d’Achille della Cina è al suo interno, non all’esterno. E’ il mancato
sviluppo della propria classe media. Il benessere è arrivato in molte delle sue
province, ma due eventi l’hanno fermata: prima
l’azione di Trump con la richiesta di reciprocità e l’aumento dei dazi,
poi i blocchi susseguenti al COVID.
Finchè bastava
una ciotola di riso per sopravvivere, un cinese che ne aveva due si poteva
ritenere ricco. Quando vedi un pò di benessere, secondo i parametri occidentali, e poi ti
viene tolto, la situazione può virare al tragico.
Se la Russia ha
fatto l’errore di non sviluppare una propria industria nazionale, eccetto che
nel settore militare, la Cina ha fatto l’errore di non sviluppare un proprio
mercato interno. Vive di esportazione comprimendo i consumi interni che non
fanno da traino se le esportazioni si fermano.
Non cito i dati,
pur disponibili, limitandomi ai ragionamenti che ci sono dietro. Il blocco
delle esportazioni a causa del COVID, preceduto dal rallentamento causato dai
dazi imposti dagli USA di Trump, hanno rischiato di rompere il giocattolo di Xi
Jinping.
Una potenziale
classe media cinese bloccata dopo aver intravisto un illusorio benessere è la
cosa peggiore che il regime cinese possa affrontare. Il colosso immobiliare cinese,
Evergreen, è stato fatto fallire dopo che gli immobili costruiti sono rimasti
invenduti per centinaia di miliardi. Una rivolta del mancato ceto medio
costretto a regredire sarebbe mille volte più esplosiva e pericolosa di piazza Tien
An Men.
Oggi la Cina ha
un enorme apparato industriale, una disponibilità infinità di materia prima
(africana) ed energia (dalla Russia), ma non ha abbastanza clienti esteri per
mantenere i proprio sviluppo. Molte aziende occidentali stanno andando via
dalla Cina, preferendo il Vietnam, la Thailandia o altri paesi asiatici.
La Cina è alla
disperata ricerca di clienti per i propri prodotti. In futuro sarà l’Africa, ma
al momento mancano.
Bene ha fatto la
Meloni a disconoscere la “Via della seta” concordata dal Governo di “Giuseppi”
Conte che ci aveva portato ad un deficit commerciale di 40 miliardi di Euro
l’anno. Non si sa ancora cosa la Meloni abbia concordato nel suo ultimo viaggio
a Pechino, ma forse in futuro il rapporto potrebbe essere più equilibrato.
La necessità di
insediamenti esteri, necessari alla Cina per aggirare i dazi, si sposa con la
nostra necessità di attrarre investimenti e creare lavoro da noi. Vedremo cosa
ci riserva il futuro in merito, se ce ne daranno la possibilità.
Intanto è palese
che la nostra posizione è centrale nello scacchiere mondiale ed è strano (ma
forse neanche tanto) che anche di questo nessuno parli.
Il futuro,
dicevo, sarà in Africa e nel sud del mondo.
Noi siamo gli
unici che possiamo operare, in Africa e nel terzo mondo in generale, senza le
zavorre di inglesi e francesi. Siamo gli unici che abbiamo buoni rapporti sia
con gli USA (di cui siamo vassalli) che con la Cina.
Gli unici possibili
ambasciatori dell’Occidente in Africa siamo noi, e gli Stati Uniti lo sanno
bene. Se il prossimo Presidente USA sarà Trump, potremo operare congiuntamente
e riempire di contenuti il “Piano Mattei” che, al momento, è solo una scatola
vuota. A vantaggio nostro e degli USA.
Con la crisi
conclamata di Francia e Inghilterra, con le Germania in recessione, con l’UE
che non riesce ad incidere per nulla, ne sulla crisi ucraina ne nel Medio
Oriente, puntando solo sull’escalation del contenzioso per innescare la terza
guerra mondiale, la nostra posizione potrebbe essere, forse, l’ago della
bilancia.
Il declino della
Francia sarà inesorabile e l’Inghilterra la seguirà nel crollo, se la parola
non verrà data alle armi.
Non vedo però,
nell’orizzonte romano, dei personaggi che possano avere il peso e la
lungimiranza politica di comprendere il momento storico in cui ci troviamo ed
agire rimettendoci in gioco e riconquistando il posto che, anche
geograficamente, dobbiamo avere e che abbiamo storicamente sempre avuto.
Speriamo che ce
ne diano il tempo, prima che apparecchino per servirci sul piatto la terza
guerra mondiale.
Enzo Fedele
Nessun commento:
Posta un commento