sabato 17 agosto 2024

LA CASA DI LEONARDO A MILANO


 

  Io vivo sulla casa di Leonardo; uno potrebbe dire: "Ma che cosa stai dicendo?" Ebbene, sì, la mia abitazione si affaccia sulla cosiddetta “Cascina Bolla”, che fu la residenza del sommo artista per sedici anni, alla fine del Quattrocento. Caspita, che cultura, direte voi: invece io lo so semplicemente perché l’ho letto sulla targa commemorativa, apposta sulla casa stessa, che recita; “Qui Leonardo visse dal 1483 al 1499”. E la targa la faccio leggere a tutti gli amici che passano di lì, agli stranieri ma anche agli italiani, speciali per non sapere mai niente della loro cultura. Credo di aver trovato solo due persone che erano a conoscenza dell’esistenza di tale casa.

Leonardo lavorava per Ludovico il Moro e per lui costruiva le famose “macchine militari”, ora esposte al Museo della Scienza e della tecnologia, tra le quali spicca la "testuggine", un antesignano del carro armato. Allora quella casa era una cascina di caccia, totalmente fuori del centro abitato, ovviamente molto più piccolo dell'attuale.

Sono nell’appartamento che dà sulla Cascina Bolla da più di trent’anni, ma in realtà vivo nella zona da oltre sessant’anni, perché anche la casa dei miei genitori, con i quali vivevo prima, è poco distante.

Mi ricordo che quando ero piccolo la casa di Leonardo era tenuta benissimo ed era molto curato il giardino, nel quale c’erano ogni sorta di animali. Mi sono rimasti impressi nella memoria i pavoni che facevano la ruota, cosa che entusiasmava noi bambini.

Adesso, da cinque-sei anni, la proprietà è passata ad un milionario cinese. La Casa di Leonardo è lasciata andare in rovina: basti pensare che i tronchi degli alberi secchi, tagliati un anno fa, sono ancora lì nello stesso posto nel quale sono caduti allora. E il taglio degli alberi secchi, che erano tanti, è avvenuto solo dopo uno dei diversi esposti presentati per il degrado ambientale.

Qualcosa è cambiato: il numero dei topi che correvano sui rami più alti degli alberi è diminuito, come è drasticamente diminuito il numero delle zanzare, perché finalmente si sono decisi a bonificare la vasca con l’acqua, nel giardino interno.

Non so se sia il minimo sindacale, perché questa è la conseguenza della presentazione di diversi esposti, l’ultimo dei quali era stato recepito dall’assessore all’ambiente del Comune di Milano. In quell’occasione avevamo organizzato una riunione di protesta tra condomini e avevamo discusso approfonditamente della questione. Devo dire che le responsabili del Comune avevano ascoltato con attenzione, ribadendo però che non avrebbero potuto fare molto. Vengo poi a sapere dai giornali “che contano” che il sindaco di Milano ha contribuito in maniera determinante a risolvere la situazione. Sarà, ma, oltre a non aver mai avuto il piacere di conoscerlo, non riesco a capire quale sia stato il suo apporto. A meno che non si pensi che qualunque cosa facciano i collaboratori sia merito del loro capo.

Comunque non ho mai avuto il piacere di conoscere neanche il proprietario cinese: non c’è mai; è sempre in giro per il mondo. Tempo fa aveva lasciato il suo numero di telefono sul portone d’ingresso e lo avevo trascritto. All’inizio mi rispondeva, dicendomi che era in Tailandia e in altri posti dall’altra parte del mondo: adesso non mi risponde neanche più.

Anche perché c’è un’altra questione da considerare: nel giardino della casa di Leonardo il proprietario cinese ha messo un cane da guardia, un pastore tedesco, che abbaia di continuo spesso senza una ragione effettiva e che dà un notevole fastidio a tutto il vicinato. Abbaia anche di notte e talvolta in maniera molto forte, per cui io spesso mi sono svegliato improvvisamente. Anche mettendo i tappi nelle orecchie lo si sente lo stesso, essendo bello grande (credo che abbia cinque anni) e molto robusto.

Abbiamo, non solo io, ma anche alcuni vicini, chiamato i carabinieri, telefonato alla polizia, ma nulla da fare: dicono che, essendo all’interno dell’abitazione, loro non possono intervenire perché non è disturbo alla quiete pubblica. L’unica cosa che sanno dire è “presenti un esposto”, come se questa fosse la soluzione al problema. Abbiamo provato a sentire anche la protezione animali, ma niente da fare: loro si informano sulla salute del cane, se mangia a sufficienza, non sulla salute mentale delle persone umane, che sono sempre meno considerate. Per farvi capire la situazione dirò che una signora, che aveva un piccolo cane che lasciava sul balcone quando usciva, ha scelto di trasferirsi altrove, perché la sua cagnetta abbaiava continuamente per rispondere al pastore tedesco. Il quale pastore tedesco adesso continua ad abbaiare anche se la cagnetta non c’è più. Questo comportamento è indice di un disagio, che probabilmente deriva dall’essere “confinato” nel perimetro di quel giardino Il proprietario è convinto che gli basti quello spazio e quel compito da svolgere, ma è evidente che il cane soffre sia per essere obbligato a rimanere sempre in quell’ambito ristretto, sia perché non sente di essere voluto bene. Sì, ho dovuto constatare che è questa la radice del suo disagio: il fatto di non avere un rapporto con un essere umano, di non avere un padrone cui obbedire perché sente di essere amato da lui.

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